Colpo di scena! La Gran Bretagna rifiuta l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, ha stabilito questa mattina la giudice del tribunale di Londra Vanessa Baraitser citando il rischio di suicidio del fondatore di WikiLeaks. L’estradizione sarebbe “pesante” a causa del suo stato di salute mentale. Negli Usa Assange è accusato di spionaggio e di aver violato le reti informatiche del governo.
Fra il 2010 e il 2011 su WikiLeaks erano stati pubblicati centinaia di migliaia di documenti sulle guerra in Afghanistan e Iraq, oltre che dispacci dei diplomatici americani nel mondo.
La giudice ha però respinto le argomentazioni della difesa secondo cui Assange è protetto dall’estradizione, dall’istituto della libertà di parola sottolineando che “il suo comportamento, se dimostrato, costituirebbe un reato in questa giurisdizione che non lo proteggerebbe sulla base della libertà di parola”.
Determinante quindi per il pronunciamento è stato il rischio di suicidio che, nel regime di isolamento a cui sarebbe probabilmente sottoposto in un carcere negli Stati Uniti, si acuirebbe.
Assange è stato inoltre stabilito, ha “l’intelligenza e la determinazione” di portare a termine un tale atto con qualsiasi misura adottata dalle autorità carcerarie per prevenirlo.