Ricordate il drammatico abbattimento del Boeing777 della Malaysia Airlinese avvenuto il 17 luglio sui cieli di Donetsk, al confine tra Ucraina dell’est e Russia? Da allora diverse compagnie aeree hanno ampliato le aree off limits per le proprie rotte.
Con la sciagura dell’A321 precipitato nel Sinai ci si pone nuovamente una domanda: quali rotte intercontinentali sono troppo pericolose e quindi vanno evitate?
Dopo la tragedia nei cieli di Donetsk la Russian Airliner Transaero, la prima compagnia privata russa, aveva impedito ai propri velivoli di sorvolare lo spazio aereo ucraino. A breve seguirono anche: Aeroflot, Lufthansa, Air France e Turkish Airlines – e dell’Enac, che ha invitato le compagnie aeree italiane ad evitare quei cieli troppo rischiosi -, mentre la Emirates ha addirittura sospeso temporaneamente tutti i voli verso Kiev.
Anche il cielo etiope e off limits. Infatti le forze ribelli islamiste degli Shabaab, possono lanciare missili contro i voli che attraverso le aree a nord, ma anche quelle al confine con il Kenya più a est. Ovvio poi pensare a restrizioni di volo sull’Iraq, e sulla Libia e alcune parti al confine con Ciad e Niger.
Anche il cielo della Corea del Nord non è sicuro. Ha infatti tratte vietata ai voli americani.
Ma non dimentichiamo l’Afghanistan per esempio, o i cieli del Congo – dove, nel 1998 i ribelli banyamulenge abbatterono un Boeing 727 della Congo Airlines con cinquanta persone a bordo appena decollato dall’aeroporto di Kindu.
I Manpads in possesso dei ribelli, hanno portato l’FAA a scoraggiare i voli in Mali e in Siria – dove sono in atto guerre civili – e in Yemen, dove il ruolo degli Stati Uniti nella lotta contro la diramazione locale di al-Qaeda – l’Aqap, colpita più volte con attacchi droni – mette i voli civili americani e occidentali, a rischio di attacchi con missili terra-aria.
Perché non è semplice cambiare una tratta aerea?
Quando una compagnia aerea sceglie il piano di volo per una determinata tratta, lo fa in funzione della rapidità e dei costi, e tra questi non si include soltanto quello del carburante, ma anche le spese da pagare ai vari enti per il traffico aereo locale, per l’utilizzo dello spazio nazionale – la tariffa dipende sostanzialmente dal peso del velivolo al decollo e dal numero di miglia percorse all’interno dello spazio aereo, e va a discrezione del singolo Paese. Per questo certe compagnie rischiano … per risparmiare.