Monnezza romana & Giubileo, la “toppa” Guidonia non ha funzionato: chiude il Tmb
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Monnezza romana & Giubileo, la “toppa” Guidonia non ha funzionato: chiude il Tmb

Tar e Consiglio di Stato danno ragione a cittadini e associazioni, il sindaco di Guidonia cerca (invano) di prendersi meriti.

Monnezza romana & Giubileo, la “toppa” Guidonia non ha funzionato: chiude il Tmb
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13 Gennaio 2025 - 23.27


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di Giuliano Santoboni

Nuova grana grande come una montagna di rifiuti per Roberto Gualtieri, sindaco capitolino e metropolitano, nonché Commissario governativo per il Giubileo della Misericordia. Il discusso e contestato Tmb di Guidonia Montecelio chiude i battenti, non sarà disponibile per smaltire i rifiuti del Giubileo. Con grande giubilo, parafrasando, per le numerose associazioni ambientaliste da sempre sul piede di guerra contro il controverso impianto appartenente all’immensa galassia di Manlio Cerroni e le sue aziende interdette per mafia.

Il Consiglio di Stato ad ottobre 2024 e il Tar lo scorso 8 gennaio hanno schiacciato come blatte le ambizioni capitoline di piazzare i maldifferenziati rifiuti romani a Guidonia, una forzatura politica e amministrativa che alla luce degli atti e della legittimità delle autorizzazioni, ha evidenziato le falle profonde del piano rifiuti regionale.

A vincere su tutta la linea, invece, la posizione netta delle associazioni ambientaliste che sin dai primi progetti di costruzione dell’impianto nel 2008 nel pieno del Parco Regionale Archeologico dell’Inviolata, si erano messe di traverso in difesa di un territorio già martoriato dalla presenza di una megadiscarica che, come dimensioni e inquinamento, era seconda solo a Malagrotta. E sempre di proprietà di Manlio Cerroni.

“E’ la vittoria di Davide contro un arrogante Golia – spiegano le associazioni – noi facciamo le cene di autofinanziamento per pagare i ricorsi, mentre Regione e aziende cerroniane dispongono di decine di avvocati e studi legali. Ma la verità, almeno stavolta, è venuta a galla”.

Del tutto fallimentari si sono poi rivelati i tentativi di Gualtieri e Piantedosi (all’epoca Prefetto di Roma, prima della promozione meloniana a ministro dell’Interno) di commissariare la Guidonia Ambiente, proprietaria dell’impianto, colpita nel 2022 da una pesante interdittiva antimafia e quindi impossibilitata a stipulare contratti con la pubblica amministrazione. Con la nomina dei due commissari prefettizi si sono firmati gli accordi con AMA cercando di salvare capra e cavoli. Invano.

Ma come si è arrivati allo storico risultato che sicuramente farà giurisprudenza per la concessione delle autorizzazioni “difficili”, ma che darà anche nuova energia alle tante associazioni che si battono quotidianamente la difesa dei territori? 

Bisogna dire che l’azzeramento da parte dei giudici amministrativi è fondato su un assunto semplice quanto evidente: le leggi non si inventano. Il peccato originale del Tmb di Guidonia, infatti, si annida nel fatto che, come si legge in sentenza, la Regione Lazio ha tentato di fatto di sanare la mancanza di alcuni pareri obbligatori senza che esistessero normative che consentissero di fare un azzardo del genere.

I dirigenti regionali, invece, sottostimando la mancanza del parere della Soprintendenza, concessero a Cerroni la possibilità di smaltire fino a 190 mila tonnellate annue di rifiuti. E per un anno e mezzo nel quale è durato il paradossale regime di permanente collaudo dell’impianto, migliaia di compattatori Ana hanno “sconfinato” a Guidonia per trasformare il contenuto dei cassonetti romani in “ecoballe” da incenerimento.

Con le sentenze in mano, a Roma smarrimento e confusione. A Guidonia bottiglie stappate e trenini festosi nelle sedi delle associazioni. Un discorso a parte merita, invece, l’attuale sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo, che in poche ora ha invaso i social di euforici comunicati che spiegano come il ricorso fatto dal Comune sia stato efficace e determinante: Giusto. Ma non il suo. Era stato promosso nel 2020 dal Sindaco Barbet, due anni prima dell’insediamento dell’attuale consiliatura. 

Che sia un opportunismo comunicativo, poi, lo si capisce anche dando un’occhiata alla folta e variegata compagine che lo sostiene sullo scranno più alto di Piazza Mattotti. La sua amministrazione è infatti ben farcita di personaggi e forze politiche che questo stop all’impianto TMB lo stanno digerendo male, in quanto da sempre favorevoli della sua presenza a Guidonia affascinati perlopiù dalle sirene dei ristori economici dovuti a chi ospita gli impianti inquinanti.

Ma come dicono da sempre le associazioni, ambiente e salute non sono in vendita.

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