Cop29, il Papa "Lo sviluppo economico non ha ridotto le disuguaglianze ma favorito il profitto a scapito dei deboli"

Lo ricorda Papa Francesco in un messaggio in occasione della Cop29, letto dal cardinale Pietro Parolin

Cop29, il Papa "Lo sviluppo economico non ha ridotto le disuguaglianze ma favorito il profitto a scapito dei deboli"
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13 Novembre 2024 - 13.02


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“La salvaguardia del creato è una delle questioni più urgenti del nostro tempo. Dobbiamo anche riconoscere che è strettamente interrelata alla salvaguardia della pace”.

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Lo ricorda Papa Francesco in un messaggio in occasione della Cop29, letto dal cardinale Pietro Parolin. La Cop29 si inserisce in un contesto condizionato dalla “crescente disillusione verso le istituzioni multilaterali” e dalle “pericolose tendenze a costruire muri,” spiega il Papa.

“L’egoismo – individuale, nazionale e dei gruppi di potere – alimenta un clima di sfiducia e divisione che non risponde alle esigenze di un mondo interdipendente in cui dovremmo agire e vivere come membri di un’unica famiglia che abita lo stesso villaggio globale interconnesso”.

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Esiste infatti da parte dei paesi più ricchi un “debito ecologico” connesso a “squilibri commerciali con effetti sull’ambiente” e all'”uso sproporzionato delle risorse naturali”.

“Lo sviluppo economico non ha ridotto le disuguaglianze,” scrive il Papa; al contrario, “ha favorito la priorità del profitto e degli interessi particolari a scapito della tutela dei più deboli, e ha contribuito al progressivo peggioramento dei problemi ambientali”. Per invertire la tendenza e creare una cultura del rispetto della vita e della dignità umana è necessario, per il Pontefice, “comprendere che le conseguenze dannose degli stili di vita riguardano tutti e progettare insieme il futuro, per garantire che le soluzioni siano proposte in una prospettiva globale, e non semplicemente per difendere gli interessi di alcuni Paesi”.

“Lasciamo che le responsabilità storiche e presenti diventino impegni concreti e lungimiranti per il futuro, affinché da queste settimane di lavoro possa emergere un Nuovo Obiettivo Quantificato Collettivo sulla Finanza per il Clima, tra i più urgenti di questa Conferenza”, aggiunge.

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È il momento, continua Bergoglio, di “fare sforzi per trovare soluzioni che non compromettano ulteriormente lo sviluppo e la capacità di adattamento di molti Paesi che sono già gravati da un debito economico paralizzante”. “Quando si discute di finanza per il clima, è importante ricordare che debito ecologico e debito estero sono due facce della stessa medaglia, che ipoteca il futuro,” dice ancora il Papa. È anche il momento di elaborare una “nuova architettura finanziaria internazionale che possa davvero garantire a tutti i Paesi, in particolare ai più poveri e a quelli più vulnerabili ai disastri climatici, percorsi di sviluppo sia a basse emissioni di carbonio che ad alta condivisione, che consentano a tutti di raggiungere il loro pieno potenziale e di vedere rispettata la propria dignità”.

“Non possiamo passare oltre e guardare dall’altra parte. L’indifferenza è complice dell’ingiustizia,” conclude, “Non possiamo lavarcene le mani, con la distanza, con la noncuranza, con il disinteresse. Questa è la vera sfida del nostro secolo”.

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