L'Onu lancia l'allarme: "Entro il 2030, la domanda di acqua salirà del 40%"
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L'Onu lancia l'allarme: "Entro il 2030, la domanda di acqua salirà del 40%"

Emergenza acqua, un gruppo di esperti dell'Onu lancia l’allarme sull'acqua: entro il 2030 la domanda mondiale salirà del 40%. 

L'Onu lancia l'allarme: "Entro il 2030, la domanda di acqua salirà del 40%"
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17 Marzo 2023 - 14.26


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L’Onu lancia l’allarme idrico: secondo uno studio, entro il 2030 il mondo dovrà affrontare un’impennata della domanda di acqua potabile del 40%. Un gruppo di esperti lancia l’allarme, in vista della Conferenza mondiale dell’Acqua dell’Onu, che si terrà dal 22 al 24 marzo a New York. 

La conferenza in questione, la prima del genere dal 1977, sarà incentrata sulla ricerca di un compromesso volontario tra tutti i partecipanti – attesi 12 capi di stato e di governo, 80 ministri e 6.500 rappresentanti della società civile – per arrivare a una trasformazione radicale nella gestione dell’acqua che dia «speranza» all’umanità. La richiesta formulata dalla Commissione mondiale sull’economia dell’acqua, organismo voluto dall’Ocse e dal governo olandese, è quella di risposte «urgenti» dei leader mondiali, chiamati ad affrontare la questione collettivamente. Johan Rockstrom, co-presidente della Commissione avverte che «qualsiasi visione sul cambiamento climatico che escluda l’acqua è incompleta», evidenziando che «se il mondo perde la sua battaglia per salvare l’acqua, fallirà anche nella sua azione sul clima e tutti gli altri obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu», quelli dell’Agenda 2030.

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Lo studio pubblicato oggi evidenzia che per la prima volta nella storia dell’umanità «non possiamo più contare sulla fonte primaria dell’acqua dolce: le precipitazioni», in quanto «tutto il ciclo idrologico mondiale sta cambiando», conseguenza diretta del riscaldamento globale e della perdita di biodiversità. Da New York è atteso un messaggio di speranza appunto per quei 2.100 milioni di persone che non hanno ancora accesso all’acqua potabile sicura, per 3.600 milioni privi di servizi igienici e sanitari adeguati, per 500 milioni di altre che fanno i loro bisogni a cielo aperto e per 2.300 milioni che vivono in Paesi con problemi d’acqua. In vista del vertice cruciale, la Commissione mondiale sull’economia dell’acqua propone una serie di raccomandazioni in merito al riconoscimento e alla gestione del ciclo dell’acqua come bene comune, implicando governi, settore privato e società civile.

L’obiettivo è anche quello di far stabilire un «prezzo adeguato» per l’acqua, per poterla utilizzare in modo più equo ed efficace, oltre ad eliminare gradualmente più di 700 mila milioni di dollari di sovvenzioni all’agricoltura, sovvenzioni che «alimentano un consumo eccessivo di acqua e altre pratiche pregiudizievoli all’ambiente». Inoltre propone la creazione di Associazioni per l’acqua giusta (JWP) per «invertire l’accesso all’acqua, la resilienza e la sostenibilità tra Paesi a basso e medio reddito». Altrettanto decisivo in questa battaglia per salvare l’acqua dolce sarà il rafforzamento dei sistemi di stoccaggio delle risorse, con la creazione di un’economia circolare urbana dell’acqua, oltre alla riduzione dell’impronta idrica dell’industria manifatturiera e allo sviluppo di metodi di coltura che consumano meno acqua e sono più resistenti alla siccità.

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