Questa volta introvabili sono i pomodori e altre verdure che in questa stagione vengono tradizionalmente importate dal Nord Africa o dall’estremo sud dell’Europa. Una carenza che ha costretto due catene di grande distribuzione low cost, come Asda e Morrisons, ad annunciare l’introduzione di forme di razionamento temporaneo su pomodori, peperoni, lattuga e altre insalate, broccoli, cetrioli, cavolfiori, lamponi. Ogni cliente non ne può acquistare più di tre confezioni, sempre che le trovi.
Una carenza che fa tornare alla memoria quanto accaduto tre anni fa, quando entrò in vigore la Brexit. All’epoca infatti, alcune barriere burocratiche doganali penalizzarono i commerci con i Paesi Ue compromettendo una filiera già problematica nel rifornimento di merci in alcuni settori come l’agroalimentare.
Il clima impazzito
In realtà in questo caso, secondo la ricostruzione della Bbc e le spiegazioni degli esperti di British Retail Consortium, un’organizzazione di categoria, la Brexit c’entra poco. La questione, che riguarda anche l’Irlanda, sembra piuttosto legata alla relativa carenza di disponibilità all’origine nei Paesi produttori, causata in primo luogo da fenomeni climatici irregolari e di maltempo che si sono verificati di recente sia in Africa settentrionale sia nel sud della Spagna, cioè le aree in cui Inghilterra, Scozia e Galles si approvvigionano da decenni rifornendosi del 90-95% di questi alimenti nella stagione tra dicembre e marzo.
Tra scaffali vuoti e Bregret
Il problema viene segnalato in diverse località del Paese negli ultimi giorni e coinvolge anche alcuni supermarket di catene top come Waitrose, Tesco o Sainsbury’s. Sui social in tanti danno la colpa al dopo Brexit, confermando quindi che la delusione è l’atteggiamento prevalente nei confronti dei risultati e delle promesse mancate del divorzio da Bruxelles. A confermarlo diversi sondaggi degli ultimi tempi: i risultati di tali ricerche hanno dato origine a un nuovo neologismo, Bregret, frutto della contrazione tra Brexit e regret.