Un fascista e omofobo al potere, un negazionista dell’ambiente e del clima responsabile di tante vergogne, come l’assalto all’Amazzonia e ai popoli nativi da parte di quelle lobby che poi eran dietro all’assalto al parlamento di Brasilia.
«Speriamo che questo sia stato l’ultimo record di deforestazione segnalato dal nostro sistema di monitoraggio satellitare, poiché il nuovo governo ha promesso di dare priorità alla protezione dell’Amazzonia». L’augurio è di Bianca Santos, ricercatrice dell’Instituto do Homem e Meio Ambiente da Amazônia (Imazon).
Stando ai dati pubblicati dall’ente, un’organizzazione no-profit di base nella città di Belem, capoluogo dello Stato settentrionale di Parà, l’anno che si è da poco concluso è stato il peggior per quanto riguarda la deforestazione nel territorio brasiliano della foresta amazzonica: nel 2022 sono stati devastati 10.573 chilometri quadrati di selva, un’estensione equivalente a quella di 3mila campi da calcio rimossi ogni giorno. Imazom per le sue ricerche si avvale di un sistema monitoraggio satellitare, il Sistema de Alerta de Desmatamento (Sad), sviluppato dalla stessa organizzazione nel 2008.
Per l’Amazzonia brasiliana si tratta del quinto record negativo consecutivo. Imazon, sul suo sito, evidenzia che dal 2019 a oggi, ovvero gli anni dell’amministrazione dell’ex presidente Jair Bolsonaro, il totale dei chilometri quadrati colpiti dalla deforestazione ammonta a «35.193 chilometri quadrati». Un’areale, questo, che «supera il territorio di due Stati: Sergipe e Alagoas, estesi rispettivamente per 21 e 27mila chilometri quadrati». Il dato, rendono ancora noto gli esperti dell’ente, «rappresenta un incremento di quasi il 150% rispetto al quadriennio precedente, tra il 2015 e il 2018, quando furono devastati 14.424 chilometri quadrati di foresta».
Speranze sembrano provenire dalla recente elezione a presidente di Luiz Inacio Lula da Silva, vincitore delle elezioni dello scorso ottobre che ha sembre indicato come una priorità la difesa dell’Amazzonia. Appena entrato in carica il suo mandato, Lula ha ripristinato il Fundo Amazonia, da lui creato nel 2008, ai tempi del suo primo mandato come capo dello Stato, un ente che serve proprio a raccogliere e gestire fondi destinate alla tutela e lo sviluppo dei territori della foresta.
«Il governo deve andare verso la massima efficacia nelle misure per combattere la deforestazione» afferma Santos, di Imazon. «In questo senso bene quelle già annunciate, come la delimitazione delle terre indigene, il ripristino degli organismi di controllo e l’incentivo a generare reddito con la foresta permanente».