E allora.. il Covid sembra non essere più un problema; eppure, esiste e persiste e condiziona ancora molti aspetti della nostra vita, anche se le mascherine sono ormai per pochi, il disinfettante è scomparso e siamo ritornati a riabbracciarci e questo è davvero un ritorno alla vita, ma la positività è dietro l’angolo e per molti è ancora un problema di vita e di morte. Ma da madre la mia preoccupazione è quello che questa maledetta pandemia ha tolto ai nostri figli e figlie, ai nostri giovani, per due anni non si sono toccati, baciati, non si sono urlati contro e soprattutto non si sono innamorati di quelle espressioni del viso che fanno batter il cuore e che ti danno i primi turbamenti. Cosa hanno perso? Tanto, di più tantissimo! Li aiutiamo a compensare, a recuperare, ma quelle emozioni sono qualcosa che non si recupera e che li ha resi più maturi, più fragili, più confusi.
La scuola è stata, invece di una classe piena di umori e ormoni, un video, uno schermo; il vociare tra compagni di classe è stato sostituito da microfono che filtrava tutto, le spallate e i primi contatti erano messaggi e foto in chat. Si è vero sono giovani, sono forti, “hanno tutta la vita davanti”, frase orribile eppure è stato un mantra, come,” vedrai tutto andrà bene”, ma non è così. E allora sono ritornati ai concerti, alle feste, in discoteca, nelle piazze, sono tornati a vivere le schermaglie dei primi amori, a sorridersi, a guardarsi ma tutto sembrava andare verso la normalità.
E allora..arriva la guerra . Sì, la guerra quella che con gran fatica hanno studiato sui libri di storia, la guerra dei film, la guerra dei videogiochi, la guerra è in Europa! La guerra non è più storia è quotidianità, è paura, è ansia. Ansia per il pericolo nucleare, per la crisi energetica, e giù con altri timori e tanti punti interrogativi. I soloni dicono che le generazioni che soffrono temprano il carattere e hanno forza e resistenza superiori, ma io avrei fatto a meno per i miei figli di tempra e forza a questo prezzo. La TV e i social tempestano di notizie: catastrofi incombenti, guerra e invasioni, ragioni e torti, e una marea di danni collaterali.
Per fortuna i venerdì di Friday for Future non sono solo per i “gretini” ma guarda un po’ c’è un problema e oggi, finalmente, siamo tutti attenti all’ambiente, ai consumi, alla sostenibilità. I ragazzi e le ragazze sono di nuovo l’effervescente linfa vitale che dovrebbe dare ad un paese come l’Italia la spinta ad uscire dal tunnel, ma come possono ridare vita anche a noi se il loro futuro è così nebuloso e incerto, eppure loro riescono a dare luce e speranza anche al buio più profondo.
Si battono per i diritti e si battono per non cedere alla rassegnazione, io credo in loro e come un vampiro mi nutro della loro energia e forza, del loro entusiasmo e delle mille domande a cui non sempre so rispondere. Sono sicura che difenderanno le loro conquiste e anche le nostre, ma purtroppo anche la politica li ha traditi. Li ha lasciati soli e li ha delusi, chi si occupa davvero di loro? I banchi con le rotelle, i turni, la carenza di professori, le piattaforme per la DAD che hanno impiegato mesi per funzionare, la burocrazia del Covid e scuole fatiscenti? E adesso che servirebbe slancio e coraggio, hanno scuole ancora malmesse, professori spaesati e nessuno in grado di dirgli che siamo usciti insieme dall’emergenza ed insieme dovremo ritornare al mondo, con o senza imprevisti. Hanno bisogno di un patto con i genitori, con gli adulti, con i professori, con la politica, con le istituzioni, un patto che vada rispettato e che tenga conto di ciò che hanno perso e ciò che dobbiamo provare a restituirgli.
Io non posso riavvolgere il nastro ma vorrei che le loro ansie diventassero sogni, vorrei che potessero credere che la vita è meravigliosa, che vale sempre la pena viverla, mentre purtroppo in questi anni sono aumentati i suicidi, le violenze e le dipendenze. Vorrei che chi oggi è al Governo e chi è all’opposizione si fermasse a pensare, a riflettere, tante parole e tante promesse ma questa #NextGeneration ha bisogno di fatti e prospettive. Le prospettive, la capacità di costruire il futuro, non occorrono solo fondi e PNRR serve la possibilità di poter crescere senza ansie e senza preoccupazioni, serve un clima che stimoli, che generi fiducia.
Il Ministero dell’Istruzione è diventato anche del Merito, io da socialista ricordo un testo ed un discorso del 1982 della Conferenza programmatica di Rimini in cui Claudio Martelli intitolò il suo intervento “Per un’alleanza rifomista tra il Merito e Bisogno”. Merito e bisogno chissà se si può partire da tesi che facciano discutere e riflettere, che pongano all’attenzione una vera politica aperta ai giovani, coinvolgendoli in scelte, dibattiti, appassionati scambi dialettici e proposte.
Cosa offre il nostro Paese? Chiediamo mai a loro cosa immaginano per il loro futuro? Ci infiliamo nei social, ci intrufoliamo su TiK Tok ma sappiamo davvero cosa si aspettano dalla vita? Gli ripetiamo: “ siamo stati tutti giovani”, dimenticando quanto detestavamo questa frase e il discorso che ne seguiva…i nostri consigli sono preziosi, le nostre esperienze sono pilastri, le nostre buone intenzioni sono tanto ma loro hanno bisogno di fare domande e non sempre cercano le nostre risposte; hanno bisogno di aprirsi senza essere giudicati; hanno bisogno di carezze ma anche di regole precise; hanno bisogno di credere che le ansie e le paure di oggi diventeranno sogni da realizzare, progetti e visioni che costruiranno con la loro volontà e le loro capacità.
E allora… a tutti e tutte voi giovani donne e uomini un immenso in bocca al lupo! Non vi fermeranno le pandemie, le guerre, le crisi economiche e non vi fermeremo noi e le nostre paure e le nostre aspirazioni per voi…volate e assaporate la vita senza temere, fuori il mondo è bellissimo. Costruite la pace e non perdetela mai di vista, scendete per le strade se volete difendere i diritti in cui credete, noi scenderemo con voi per le strade perché la nostra vita è la vostra vita.
Joseph Antoine Renè Joubert: “I giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche”.