G20, è il giorno di Draghi "cancelliere europeo". Ma sul clima è ancora gelo
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G20, è il giorno di Draghi "cancelliere europeo". Ma sul clima è ancora gelo

Sul piano del prestigio personale, non c’è partita. Quello di Roma è il G20 di Mario Draghi. Con l’uscita di scena di Angela Merkel e la probabile uscita dall’Eliseo

Mario Draghi
Mario Draghi
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

30 Ottobre 2021 - 16.03


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Sul piano del prestigio personale, non c’è partita. Quello di Roma è il G20 di Mario Draghi. Con l’uscita di scena di Angela Merkel e la probabile uscita dall’Eliseo di Emmanuel Macron – i sondaggi sulle presidenziali francesi del 2022 lo danno fuori anche dal ballottaggio – il premier italiano assume sempre più i panni del “cancelliere d’Europa”.

Discorso d’investitura

Lo si intende bene già dal suo discorso di apertura del summit, alla Nuvola di Fuskas in una Roma iper blindata, praticamente sotto assedio. 

“Come Presidenza del G20, l’Italia ha lavorato per promuovere una ripresa più’ equa”, dice Draghi rivolgendosi ai leader del G20 aprendo i lavori del summit. “Il Global Health Summit di Roma ha visto Paesi e aziende impegnarsi generosamente per fornire vaccini ai Paesi più  poveri: dobbiamo essere sicuri di onorare le promesse. Abbiamo raggiunto un accordo storico per un sistema di tassazione internazionale più equo ed efficace”, ha aggiunto Draghi. “Abbiamo supervisionato l’allocazione di 650 miliardi di dollari come nuovi Diritti Speciali di Prelievo e abbiamo promosso la possibilità di redistribuirli ai Paesi che ne hanno più bisogno. Questi risultati ci ricordano con forza i risultati che possiamo raggiungere insieme. Ci devono incoraggiare ad essere altrettanto ambiziosi in tutte gli ambiti in cui lavoriamo insieme”.

Quello di Draghi è un discorso di alta politica, cosa abbastanza rara nel politicantume di casa nostra. 

“Dalla pandemia, al cambiamento climatico, a una tassazione giusta ed equa, fare tutto questo da soli, semplicemente, non è un’opzione possibile. Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per superare le nostre differenze. E dobbiamo riaccendere lo spirito che ci ha portati alla creazione e al rafforzamento di questo consesso”. E ancora: “A circa due anni dall’inizio della pandemia, possiamo finalmente guardare al futuro con più ottimismo. Campagne vaccinali di successo e azioni coordinate da parte dei governi e delle banche centrali hanno permesso la ripresa dell’economia globale. Molti dei nostri Paesi hanno lanciato dei piani di ripresa per dare impulso alla crescita, ridurre le diseguaglianze, promuovere la sostenibilità'”.

Il Draghi-pensiero

Sul piano internazionale, annota Draghi, “il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi che vediamo oggi. In molti sensi è l’unica risposta possibile, dalla pandemia, al clima, alle tassazioni. Non è una opzione. Dobbiamo superare le nostre differenze e ritrovare lo spirito di questo consesso”

Un mondo in “rosa”

“Le donne imprenditrici sono state tra le più colpite dalla crisi economica. Hanno dovuto affrontare un accesso più limitato ai prestiti rispetto agli uomini e si sono fatte carico di una quota maggiore di lavoro domestico, in un momento di diffusa chiusura delle scuole. L’Italia ha posto l’empowerment femminile al centro della sua Presidenza del G20”. Draghi lo rimarca in apertura della seconda sessione di lavori del G20. “Non ci può essere una ripresa rapida, equa e sostenibile se ci dimentichiamo di metaà del mondo”, ha aggiunto. “Insieme, abbiamo intensificato l’impegno del G20 per contrastare la disuguaglianza di genere nel lavoro, promuovere la leadership femminile e rimuovere tutte le barriere alla piena partecipazione delle donne nelle nostre società e nelle nostre economie. Abbiamo promosso un maggiore accesso delle donne e delle ragazze alle cosiddette materie “STEM” e una più equa distribuzione dei carichi domestici tra donne e uomini. Una società giusta inizia a casa e sul posto di lavoro”, ha concluso.

Promosso a pieni voti

“Congratulazioni per il tuo G20. Lo hai gestito brillantemente, hai fatto un gran lavoro”.  Così Boris Johnson, primo ministro britannico, al premier italiano Dnel corso del bilaterale che ha preceduto l’inizio del vertice. Lo riferiscono fonti italiane.

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Un evento di questa portata anche le immagini hanno una forte valenza simbolica. La tradizionale ‘photo opportunity’ dei leader del G20, alla Nuvola dell’Eur, è stata fatta con gli uomini e le donne che sono stati in prima linea nella latta al Covid-19: medici, personale sanitario e volontari.

 “Nella foto di gruppo, non eravamo soli. Medici e primi soccorritori erano con noi. È stata un’idea meravigliosa. Siamo consapevoli dei loro servizi alla società”. Lo ha sottolineato la cancelliera tedesca Angela Merkel, lodando l’iniziativa adottata nel corso della foto di famiglia dei leader del G20. 

E trenta e lode viene anche dagli Usa. L’Italia “ha mostrato la leadership ambiziosa della quale il mondo aveva bisogno quest’anno al G20 per affrontare la crisi climatica e stimolare una ripresa sostenibile dalla pandemia”. Lo scrive su Twitter il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. “È stato grandioso rivedere oggi il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio”, ha aggiunto Blinken a proposito del suo incontro bilaterale con il capo della Farnesina.

Minimum intese

Dopo anni di trattative, i leader del G20, riuniti a Roma, hanno ratificato il sostegno unanime all’imposizione di una tassa minima globale del 15% sugli utili delle multinazionali. Lo riferisce una nota della Casa Bianca. “Tutti i leader hanno appoggiato una tassa minima globale e il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha sottolineato l’importanza di questo accordo storico nel suo intervento”, aggiunge la nota. “Qui al G20 i leader che rappresentano l’80% del Pil mondiale – alleati e concorrenti – hanno dato il loro chiaro sostegno ad una forte global minimum tax”. Lo scrive su Twitter il presidente Usa sottolineando che “questo non è solo un accordo fiscale, è la diplomazia che trasforma la nostra economia globale e si mette al servizio dei cittadini”.

L’accordo sulla tassazione minima globale e delle multinazionali che compie oggi il suo ultimo passo formale con l’appoggio dei leader del G20 a Roma, si basa su due pilastri. Il primo riguarda la riallocazione dei diritti di tassazione delle imprese multinazionali più grandi e redditizie e stabilisce che il 25% degli utili, salvo una soglia esentata pari al 10% del fatturato, viene riallocato nelle giurisdizioni di mercato in cui si supera una soglia di ricavi rilevanti. Il Secondo Pilastro introduce una aliquota minima effettiva del 15% a livello globale delle grandi imprese multinazionali, in ogni giurisdizione in cui operano. L’accordo sul Primo Pilastro include l’impegno a rimuovere le imposte sui servizi digitali esistenti e altre misure unilaterali simili, ma anche ad astenersi dall’introduzione di nuove imposte dello stesso genere in futuro, una volta che le nuove regole saranno pienamente in vigore. Sulla base di queste previsioni diversi Paesi che hanno sistemi di tassazione simili – tra cui Italia, Austria, Francia, Gram Bretagna e Spagna – hanno concordato con gli Stati Uniti un percorso di transizione dalle imposte sui servizi digitali esistenti alle nuove regole internazionali. Per parte loro gli Usa si sono impegnati a porre termine alle rappresaglie e alle sanzioni commerciali che erano state adottate dallo Us Trade Representative rispetto a queste digital tax. Secondo i propositi di G20 e Ocse l’accordo garantisce regole fiscali eque, moderne ed efficaci, fondamentali anche per favorire gli investimenti e la crescita e con la speranza di ricavare qualche extra gettito ora che il retaggio dei crolli da lockdown anti Covid lascerà un pesante fardello sulle finanze pubbliche, destinato a trascinarsi per molti anni. 

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Molti Paesi hanno poi manifestato sostegno all’iniziativa della presidenza italiana volta ad istituire una Task Force globale congiunta su Salute e Finanze, che favorisca in primo luogo una più stretta collaborazione tra questi due mondi. Fra gli altri, il presidente olandese Mark Rutte ha citato esplicitamente l’importanza di questa iniziativa, che è stata approvata ieri all’unanimità dal vertice congiunto dei ministri di sanità e Finanze.  

Ok dei leader a equa distribuzione dei vaccini 

“Per conseguire pienamente l’obiettivo di una vera ed equa ripresa, tutti i leader hanno sostenuto che è necessario abbattere le diseguaglianze fra Paesi ad alto e basso reddito nella disponibilità e nella distribuzione dei vaccini”. Lo spiegano fonti diplomatiche, dopo la prima sessione di lavoro del G20. L’obiettivo posto dall’Oms prevede di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro il 2021 e almeno il 70% della popolazione globale entro il 2022. L’obiettivo è stato annunciato dal presidente Draghi nel suo discorso introduttivo “ed è stato condiviso da tutti i leader”, spiegano le stesse fonti. Oltre a donare dosi ai Paesi a basso reddito, molti leader del G20 hanno sottolineato come sia necessario aumentare la capacità produttiva e il trasferimento tecnologico in zone come l’Africa, anche per aumentare la capacità di risposta ad eventuali emergenze sanitarie future. Lo riferiscono fonti italiane a margine dei lavori della prima sessione del summit. Rilanciando i Principi adottati con la Dichiarazione di Roma in occasione del Global Health Summit, la Presidenza italiana ha proposto un rafforzamento della governance globale della salute per supplire all’insufficiente coordinamento tra le autorità sanitarie e finanziarie evidenziato dalla pandemia, aggiungono le stesse fonti.

“Le disuguaglianze nella distribuzione dei vaccini stanno prolungando la pandemia con un elevato costo umano ed economico. Oggi a Roma, ho esortato i leader deli paesi del G20 a mostrare la loro leadership per salvare vite umane, prevenire ulteriori sofferenze e consentire una piena ripresa globale. Devono supportare il piano vaccinale predisposto dall’Oms”. Ad affermarlo in un tweet è il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres durante il G20 a Roma.

Presenti-assenti

Sono due pesi massimi della politica internazionale: Vladimir Putin e Xi Jinping.  Ambedue assenti al summit. Ma ambedue fanno sentire la loro voce, in video conferenza.

Il presidente cinese ha chiesto di rendere lo sviluppo globale “più equo, efficace e inclusivo per garantire che nessun Paese sia lasciato indietro”. In collegamento video con il G20 di Roma, Xi ha affermato che la pandemia del Covid ha portato molteplici crisi nel mondo, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, e che l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ha di fronte sfide senza precedenti. Quanto alla pandemia Xi, secondo i media ufficiali, ha proposto un’iniziativa di cooperazione globale sui vaccini, ricordando che Pechino ha fornito alla comunità internazionale 1,6 miliardi di dosi. In questo ambito, La Cina chiede la sospensione dei brevetti sui vaccini contro il Covid. Nel suo, Xi ha chiesto all’Oms di prendere presto una decisione – una discussione è di nuovo in programma a novembre- e di promuovere il trasferimento di tecnologia ai Paesi in via di sviluppo. 

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Il presidente cinese ha inoltre esortato i Paesi sviluppati a dare l’esempio nella riduzione delle emissioni, accogliendo “pienamente le particolari difficoltà e preoccupazioni dei Paesi in via di sviluppo” e rispettando i loro relativi impegni di finanziamento, come la fornitura di tecnologia, lo sviluppo di capacità e altro supporto ai Paesi in via di sviluppo. “Questo è di fondamentale importanza per il successo della prossima Cop26”, ha affermato Xi anticipando i temi della Conferenza di Glasgow sui cambiamenti climatici, che si aprirà domenica. 

Da Pechino a Mosca

I paesi del G20 devono elaborare rapidamente una soluzione per il riconoscimento reciproco dei certificati di vaccinazione, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità deve accelerare il processo decisionale sulla sicurezza dei vaccini: così il presidente russo Vladimir Putin, durante il suo intervento in videoconferenza al vertice del G20, in corso a Roma. E  ha invitato il G20 a lavorare sul riconoscimento reciproco dei certificati di vaccinazione “Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che, nonostante le decisioni del G20, l’accesso ai vaccini e ad altre risorse vitali non è ancora disponibile per tutti i paesi bisognosi. Ciò avviene anche a causa della concorrenza sleale, del protezionismo e del rifiuto di un certo numero di Paesi, tra cui i membri del G20, di riconoscere reciprocamente i vaccini e i certificati vaccinali”, ha detto Putin, citato dall’agenzia russa Sputnik. Il leader del Cremlino ha poi sottolineato che il vaccino russo Sputnik V ha dimostrato la sua elevata sicurezza ed efficacia ed è stato approvato per l’uso in 70 paesi con una popolazione complessiva di oltre 4 miliardi di persone. 

Le misure economiche straordinarie varate dai Paesi più ricchi per far fronte alla pandemia di Covid-19 devono “avere un limite temporale” per evitare un’impennata globale dell’inflazione che danneggerebbe le economie in via di sviluppo. E’ l’altro avvertimento lanciato da Putin. “I deficit di bilancio nelle maggiori economie mondiali creano rischi di un’elevata inflazione globale nel breve e medio periodo”, ha sostenuto lo “Zar”. “C’è quindi un forte rischio di un’ulteriore crescita delle diseguaglianze e dovremmo impedire che si inneschi una spirale, che creerebbe grandi problemi alle imprese”. “Dovremmo normalizzare le politiche fiscali perché, senza affrontare questo problema, sarà impossibile raggiungere uno sviluppo sostenibile”, ha concluso il presidente russo. 

Clima “incerto”

Ma è sul clima che il vertice resta in salita.

L’ultima versione della bozza delle conclusioni del G20 testimonia la difficoltà di trovare un compromesso tra l’Occidente e le potenze asiatiche sul taglio delle emissioni e sulla lotta al cambiamento climatico. Cina e India si rifiutano di impegnarsi ad azzerare le emissioni di gas serra, sostenendo che le loro economie, e molti altri Paesi in via di sviluppo, pagherebbero un prezzo troppo alto da una stretta sui combustibili fossili.

Ancora ieri il segretario generale dell’Onu aveva chiesto ai capi di Stato e di Governo di scongiurare “una catastrofe” e di “accelerare il passo” sugli “obiettivi climatici.

La palla passa da Roma a Glasgow. I grandi inquinatori non mollano. 

 

 

 

 

 

 

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