Attenzione a fare il bagno: le meduse sono decuplicate
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Attenzione a fare il bagno: le meduse sono decuplicate

La causa principale è l'innalzamento delle temperature, ma anche la progressiva scomparsa dei grossi pesci predatori

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20 Maggio 2018 - 12.38


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Paura a fare il bagno a mare? La stagione estiva si avvicina e tornano i timori. Fondati. Le meduse nei mari italiani non solo aumentate: sono decuplicate nel giro di soli 10 anni. La causa principale è l’innalzamento delle temperature, ma anche la progressiva scomparsa dei grossi pesci predatori. Non tutte sono pericolose, ma è bene ricordare che alcune specie possono essere addirittura letali. L’importante, nel caso di puntura, è rimanere calmi, non grattarsi e andare al pronto soccorso non appena insorgono complicazioni.
“Negli ultimi 10 anni gli avvistamenti di meduse lungo le coste sono aumentati addirittura di dieci volte”, afferma Angela Santucci, biologa marina all’Istituto di Scienze Marine del Cnr di Lesina (Foggia). “Il nostro mare è la casa di numerose specie di questi organismi gelatinosi, sia nativi che alieni” prosegue la biologa, osservando che “ormai ogni estate siamo a rischio a causa dell’innalzamento delle temperature globali, dei massivi traffici marittimi attraverso i canali che ci collegano con gli oceani, soprattutto quello di Suez, del depauperamento delle popolazioni di grossi pesci predatori, nonché competitori alimentari delle meduse”.
Le meduse non sono un rischio solo per i bagnanti, ma anche per l’equilibrio biologico dell’intero ecosistema marino. Si attiva, infatti, “competizione alimentare con larve e avannotti di pesci” ma anche una “invasione delle praterie sottomarine”, spiega Santucci. Non solo, ma anche per il lavoro dei pescatori si fa più complicato, in quanto i plancton ostruiscono le reti da pesca, causando la morte dei pesci perché mangiano le loro uova ed embrioni.
Alcune non pungono, altre non sono nemmeno meduse, anche se appaiono come masse gelatinose molto simili. Quelle di cui avere paura sono le specie cosiddette “invasive”, come quelle che vengono dai Tropici. Queste, infatti, possono essere addirittura letali. Ad esempio, la “velenosissima Caravella portoghese, avvistata al largo della Sicilia, della Sardegna e recentemente anche a Villa San Giovanni (Reggio Calabria)”, spiega la biologa, “che nei suoi lunghi tentacoli ha tossine che possono causare fortissimi dolori e anche l’arresto cardiaco nell’uomo”. Ma un pericolo è rappresentato anche dalla “Medusa nomade”, avvistata nello Stretto di Messina e lungo le coste della Sardegna: “E’ simile al nostro comune e innocuo Polmone di mare, ma con le braccia filamentose e priva del caratteristico bordino viola sull’ombrella”, avverte Santucci.
In caso di puntura la prima regola è rimanere tranquilli e, nel caso si stia nuotando al largo, raggiungere con calma la riva. La seconda è non grattarsi, né strofinare la zona con sabbia o pietre. Meglio lavarla con l’acqua di mare e cercare di ripulire la pelle dai filamenti residui. Nel caso di complicazioni, come reazioni cutanee diffuse, difficoltà respiratorie, pallore, mal di testa, nausea o vertigini, bisogna recarsi subito al pronto soccorso oppure chiamare il 118.

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