Oggi nel mondo oltre 2 miliardi di persone – 1 persona su 4 – non hanno accesso a fonti d’acqua pulita per bere o lavarsi a causa dei conflitti o della crisi climatica. Si calcola, ad esempio, che entro il 2050, 3 persone su 4 dovranno affrontare l’impatto della siccità. Metà della popolazione mondiale non può contare su servizi igienico sanitari adeguati, soprattutto nei Paesi più poveri, dove la mancanza di acqua e igiene provoca epidemie e malattie infettive: oltre 1.000 bambini sotto i 5 anni muoiono per questo motivo.
L’acqua sporca o insicura – non va dimenticato – può essere più letale della violenza armata in contesti di crisi umanitarie prolungate, come a Gaza, dove la popolazione si trova sull’orlo della catastrofe sanitaria o in Etiopia, dove milioni di sfollati e rifugiati sono ai limiti della sopravvivenza.
Per assicurare acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati a quante più persone possibile, Oxfam Italia – organizzazione umanitaria che si batte contro l’ingiustizia di povertà e disuguaglianza – lancia la campagna di raccolta fondi DONA ACQUA, SALVA UNA VITA.
Gaza senz’acqua, il rischio di una catastrofe sanitaria
“Per poter sopravvivere io e i miei bambini ci siamo ritrovati a dover percorrere chilometri e chilometri a piedi per raccogliere acqua di mare. Nella tendopoli dove abbiamo trovato rifugio mancava tutto: un bagno pulito, acqua potabile o sapone per lavarci. In tanti si sono ammalati di dissenteria o malattie della pelle”. Così Sabreen, madre di tre figli, racconta le condizioni che a Gaza stanno vivendo centinaia di migliaia di famiglie. Quasi un intero popolo di sfollati, che adesso sta facendo ritorno alle proprie case, con l’entrata in vigore del cessate il fuoco temporaneo, solo per vederle ridotte a un cumulo di macerie.
Il bilancio a quasi 2 anni dall’inizio del confitto è sconfortante: oltre 48 mila vittime, almeno 111 mila feriti e un numero imprecisato di persone scomparse sotto gli edifici crollati; più del 90% delle abitazioni distrutte e ben 1.700 chilometri di reti idriche (l’80%) inservibili; fuori uso anche 63 su 74 stazioni di pompaggio delle acque reflue, gran parte dei pozzi comunali, degli impianti di desalinizzazione e dei pozzi privati, che non possono essere messi in funzione per la mancanza di carburante e generatori. La distruzione di buona parte del sistema idrico di Gaza provoca ogni giorno la dispersione nel terreno di oltre il 60% dell’acqua disponibile per la popolazione.
La situazione più grave è a Gaza Nord e a Rafah, ormai quasi completamente rase al suolo. Qui l’accesso all’acqua per centinaia di migliaia di famiglie si è ridotto del 93%, rispetto a prima del 7 ottobre 2023 e si sopravvivecon appena 5,7 litri di acqua a testa al giorno, ossia quanto noi consumiamo in meno di un minuto facendo la doccia. La conseguenza è il rischio di una catastrofe sanitaria, su larga scala, dato che in tutta Gaza 1,4 milioni di persone sono costrette a sopravvivere in queste condizioni.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già lanciato l’allarme per la crescente diffusione della poliomielite, mentre la principale causa di mortalità sono malattie infettive, come la diarrea acuta e le patologie respiratorie, con 46.000 nuovi casi segnalati ogni settimana, soprattutto tra i bambini. Anche in Cisgiordania le operazioni militari delle ultime settimane hanno danneggiato gravemente le infrastrutture idriche e sanitarie, privando decine di migliaia di persone dell’accesso all’acqua e aumentando così il rischio di epidemie.
Oxfam è intervenuta tempestivamente per rispondere agli enormi e crescenti bisogni della popolazione. Un lavoro quotidiano che ha consentito di soccorrere oltre 1,2 milioni di persone nelle zone più colpite di Gaza, tra cui 150 mila solo negli ultimi 2 mesi. Vitale è stata la distribuzione di acqua pulita e cibo, di coperte e abiti caldi per affrontare l’inverno nei campi profughi dove sono stati installati servizi igienici. Un intervento che si intensificherà nei prossimi mesi in aiuto alle comunità di sfollati più vulnerabili con l’obiettivo di fornire aiuti essenziali e ricostruire le infrastrutture idriche e igienico sanitarie indispensabili alla sopravvivenza della popolazione, limitando così la diffusione di epidemie.
L’Etiopia tra guerra, siccità e emergenza profughi
L’Etiopia è tra i 10 Paesi al mondo più colpiti dall’alternarsi di inondazioni e siccità, che negli ultimi anni hanno portato a un aumento esponenziale del numero di sfollati e alla perdita di buona parte dei raccolti, centinaia di migliaia ettari di terra coltivabile e decine di migliaia di capi di bestiame.
In un Paese dove gran parte della popolazione vive di agricoltura e allevamento, le conseguenze della crisi climatica sono drammatiche: quasi 1 persona su 5 soffre di malnutrizione, 2,5 milioni sono bambini sotto i 5 anni; oltre 60 milioni di persone (quasi metà della popolazione) che non hanno accesso all’acqua potabile.
La situazione è disperata per i 4 milioni di sfollati interni e gli oltre 820 mila rifugiati che hanno bisogno di aiuti immediati, spesso costretti a percorrere decine di chilometri per procurarsi acqua da bere. Moltissimi sono in fuga dal Sud Sudan dove guerra, inondazioni, povertà e epidemie hanno messo in ginocchio oltre 9 milioni di persone, tra cui 5 milioni di bambini.
“Siamo scappati da un momento all’altro senza cibo, senza scarpe, senza nulla. Durante il lungo e pericoloso viaggio a piedi fino in Etiopia siamo stati costretti a bere l’acqua sporca che trovavamo. Il più grande dei miei tre figli si è ammalato ed è morto”, racconta Ngagutoth Biel, che oggi si trova in un campo profughi nella regione di Gambella.
Per fronteggiare l’emergenza, gli operatori di Oxfam lavorano per portare acqua pulita e servizi igienici in 7 campi profughi dell’Etiopia occidentale, dove vivono oltre 380 mila rifugiati, tra cui tantissime madri con figli piccoli. In tutto il Paese sostiene oltre 2 milioni di persone, soprattutto delle comunità di sfollati e di quelle più vulnerabili nel Tigray e nell’Amhara, fornendo gli strumenti e la formazione necessari a coltivare e produrre il cibo per scongiurare l’incubo della carestia.
“In un momento in cui le crisi umanitarie si moltiplicano e gli aiuti internazionali sono in drastica diminuzione, il lavoro di organizzazioni come Oxfam diventa più vitale che mai. – spiega Emilia Romano, Presidente di Oxfam Italia – Grazie ai fondi raccolti con la Campagna, non solo continueremo a intervenire al fianco delle popolazioni di Gaza e dell’Etiopia, ma potremo soccorrere oltre 500.000 persone nelle emergenze più gravi in corso, con un’attenzione particolare alle donne e ai bambini, le prime vittime della povertà estrema. Garantiremo l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari in Siria, ancora piegata da 13 anni di guerra e dagli effetti devastanti del terremoto. Offriremo opportunità di lavoro e formazione ai rifugiati nel campo di Za’atari in Giordania, dove ancora vivono 80.000 persone, e ai giovani nelle aree più povere del Libano, che ospita oltre 100.000 sfollati dopo il conflitto dello scorso autunno. Rafforzeremo inoltre la capacità di adattamento alla crisi climatica in Malawi, Mozambico, Isole Comore e Madagascar, dove intere comunità stanno lottando per sopravvivere. Ognuno di noi può fare la differenza e anche una piccola donazione può trasformarsi in acqua pulita, cure e speranza per migliaia di persone. Agire oggi significa salvare vite.”
Come fare la differenza al fianco di Oxfam
Fino al 5 aprile sarà possibile donare 2 euro con un sms, 5 o 10 euro da telefono fisso al 45593.
Con un contributo di:
- 2 euro si doneranno bustine potabilizzanti per purificare 200 litri di acqua, sufficienti al fabbisogno settimanale di una famiglia “in emergenza”, per bere, lavarsi e cucinare;
- 5 euro si donerà il recipiente per trasportare e conservare in modo pratico e sicuro l’acqua purificata, a riparo da germi e batteri;
- 10 euro si donerà ad una famiglia un kit di emergenza completo che oltre alle bustine e al recipiente, contiene sapone disinfettante e detergenti, asciugamani e oggetti per la pulizia personale.
Come donare
Fino al 5 aprile sarà possibile donare tramite il numero 45593:
- 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WindTre, TIM, Vodafone, Iliad, Fastweb, CoopVoce, Fastweb, Tiscali;
- 5 o 10 euro per ciascuna chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, WindTre, Fastweb,Tiscali e Geny;
- 5 euro anche per ciascuna chiamata da rete fissa Convergenze e PosteMobile.
È inoltre possibile, donare tramite carta di credito su oxfam.it specificando la causale “Acqua sicura”.
“Acqua sicura”. Una campagna per la vita.