L’Italia rischia di essere tra i Paesi più penalizzati dai dazi statunitensi annunciati da Donald Trump sui prodotti europei, secondo quanto riportato da Confartigianato. Il valore dell’export italiano potrebbe subire una riduzione superiore agli 11 miliardi di euro (-16,8%) rispetto ai 66,4 miliardi attualmente esportati negli Stati Uniti.
“L’introduzione di tariffe addizionali, ipotizzate al 10% o al 20%, comporterebbe un calo delle nostre esportazioni verso gli USA rispettivamente del 4,3% o del 16,8%. È fondamentale valorizzare l’alta qualità del made in Italy per contrastare questo scenario”, ha dichiarato il presidente Marco Granelli.
Usa il secondo mercato per il nostro export dopo la Germania
E così, mentre si attende l’insediamento di Trump a Washington, in programma lunedì, si teme che la nostra economia possa subire un forte schiaffo dai programmi del futuro presidente americano. “Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato, dopo la Germania, per il maggior valore del nostro export – 66,4 miliardi, pari al 10,7% del totale – e hanno visto un boom delle nostre vendite (+58,6%, pari a 24,9 miliardi) tra il 2018 e il 2023 – evidenzia il rapporto di Confartigianato -. Nel 2024 il made in Italy ha conquistato il mercato statunitense soprattutto con i prodotti farmaceutici (+19,5%), alimentari, bevande e tabacco (+18%), apparecchi elettrici (+12,1%), macchinari (+3,7%), gomma, plastiche, ceramica e vetro (+3,2%) e legno, stampa e carta (+2,4%)”.
Moda, mobili, gioielli tra i settori più colpiti
A risentire delle possibili ripercussioni sulle imprese italiane delle scelte protezionistiche da parte della nuova amministrazione Usa “sarebbero, in particolare, i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese nella moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria che nel 2024 hanno esportato negli Usa prodotti per 17,9 miliardi di euro, con una crescita delle vendite del 3,9% tra gennaio e settembre dello scorso anno. In particolare, aumenti consistenti dell’export si sono registrati per i prodotti alimentari (+24,1%), del legno (+6,4%), dei mobili (+4,2%) e dell’abbigliamento (+3,5%)”.
Lombardia ed Emilia Romagna le regioni più esposte
Guardando all’impatto in Italia a livello territoriale, “le regioni più esposte per la maggiore quota delle nostre esportazioni negli Usa sono Lombardia con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale nazionale), Emilia Romagna con 10.754 milioni (16,3%), Toscana con 10.251 milioni (15,6%), Veneto con 7.174 milioni (10,9%), Piemonte con 5.189 milioni (7,9%) e Lazio con 3.344 milioni (5,1%). Per quanto riguarda le province, al primo posto per export negli Stati Uniti nel 2024 si colloca Milano con 6,1 miliardi di euro, seguita da Firenze (5,7 miliardi), Modena (3,1 miliardi), Torino (2,7 miliardi), Bologna (2,6 miliardi) e Vicenza (2,2 miliardi).
Confartigianato: “Le sfide si vincono con la libera circolazione”
“La politica dei dazi – sottolinea ancora Granelli – può forse pagare nel breve periodo, ma l’esperienza insegna che le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci. Per le nostre imprese si apre una fase da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere e apprezzare. Gli Stati Uniti sono il primo mercato nel mondo per 43 prodotti italiani, tra cui alcune produzioni ad alta tecnologia come i macchinari e prodotti con una marcata vocazione artigiana come la gioielleria e oreficeria, l’occhialeria, i mobili per la casa, le sedie e i divani, le pietre tagliate e lavorate, gli articoli sportivi, il vetro e la ceramica artistici, la coltelleria e la posateria e gli strumenti musicali”.
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