Tagli ai fondi per migranti e Parlamento per finanziare la sicurezza: l'ira di opposizioni e medici

Il Partito Democratico ha criticato il governo, parlando di un "governo in tilt" e segnalando il rischio di un "esercizio provvisorio", mentre il Movimento 5 Stelle ha espresso la sua netta opposizion

Tagli ai fondi per migranti e Parlamento per finanziare la sicurezza: l'ira di opposizioni e medici
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10 Dicembre 2023 - 10.54


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Il clima al Senato si sta surriscaldando mentre ci avviciniamo alla settimana decisiva per la Manovra. Emergono problemi legati a emendamenti presentati in ritardo e continui rinvii, complicando ulteriormente la situazione.

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Inoltre, si è suscitato un acceso dibattito a seguito della decisione di dirottare fondi destinati alle modifiche parlamentari e all’accoglienza dei migranti verso il settore della sicurezza. Questa mossa ha suscitato forte disapprovazione nelle opposizioni, che si sentono tradite dopo lunghe discussioni per concordare le priorità per l’utilizzo di questo tesoretto annuale di cento milioni per le Camere.

Il Partito Democratico ha criticato il governo, parlando di un “governo in tilt” e segnalando il rischio di un “esercizio provvisorio”, mentre il Movimento 5 Stelle ha espresso la sua netta opposizione, escludendo qualsiasi possibilità di condivisione del percorso con la maggioranza.

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La nuova pietra dello scandalo è uno dei tre emendamenti del governo, a lungo attesi e depositati giovedì a tarda sera. Non bastava il “pasticcio” sulle pensioni di alcune categorie della pubblica amministrazione, con la correzione che non convince né le minoranze né i sindacati, nemmeno quelli dei medici, che hanno confermato anche lo sciopero del 18 dicembre.

La polemica per i fondi destinati alla sicurezza

 A inasprire gli animi questa volta sono gli stanziamenti per forze di polizia, Forze armate e vigili del fuoco, applaudite in batteria da tutto il centrodestra a partire dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. Peccato che per recuperare questi 100 milioni di euro a farne le spese sia, prima di tutto, la dote già esigua lasciata per consentire le modifiche parlamentari.

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Viene però sforbiciato di 15 milioni l’anno per tre anni anche il nuovo fondo per l’accoglienza dei migranti e dei minori non accompagnati, anche a favore dei Comuni interessati, creato ad hoc dall’esecutivo con il Decreto Anticipi. Il tesoretto per le Camere viene di fatto dimezzato per i prossimi due anni, passando da 100 a 50 milioni (52 milioni nel 2025), e ridotto anche per gli anni a venire di 25 milioni di euro l’anno.

 Calendario e prossime tappe

 Intanto nella maggioranza sembra sempre più complicato rispettare anche il nuovo calendario, che ha comunque fatto slittare l’approdo del testo in Aula al 18 dicembre. Sembra improbabile dunque l’obiettivo di un primo ok entro il 21 dicembre, giorno tra l’altro della conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni. Proprio nelle ore in cui la premier sarà impegnata nel Consiglio europeo più delicato dell’anno, con l’Italia che cerca di spuntare regole “rispettabili” per il nuovo Patto di Stabilità, al Senato andrà in scena la battaglia sulla Manovra.

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