Il Pil italiano cala oltre le previsioni e il lavoro del governo Meloni, in merito alla Manovra, sarà ancora più complicato. La certificazione arriva dall’Istat che ha fissato allo 0,4% la contrazione del Pil nel secondo trimestre, contro il -0,3% comunicato in sede di stima preliminare.
La crescita tendenziale rallenta allo 0,4% dallo 0,6%, mentre il dato acquisito per il 2023 scende a +0,7% da +0,8%. Nel Def l’esecutivo aveva indicato un obiettivo di incremento del prodotto per l’anno in corso pari all’1% e, a fine luglio, ha confermato che si tratta di un traguardo «ancora pienamente alla portata».
«La frenata c’è, c’è soprattutto sugli investimenti, c’è sull’erogazione di finanziamenti quindi temo che potrà essere significativa e forse arrivare anche al segno meno». Così Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto, al Tg3 a margine del Forum Ambrosetti.
Per evitare il rischio che si scenda sotto zero con il Pil, secondo Illy «la prima cosa da fare è coordinare le azioni del Governo con quella della Banca centrale europea perché in questo momento abbiamo l’Unione europea e a anche i governi dei singoli Paesi che con il Pnrr spingono per la crescita. La Bce che invece alzando i tassi spinge per raffreddare la crescita, quindi con un piede acceleriamo e con l’altro freniamo: si mettessero d’accordo», conclude Illy.
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