La Corte dei conti boccia il governo Meloni e il suo inno all’evasione fiscale che è nella manovra del governo.
“Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità. I buoni risultati dell’ultimo biennio hanno consentito di mantenere in equilibrio i conti pubblici, garantendo la sostenibilità di un processo redistributivo che ha assunto dimensioni di rilievo. È importante conseguire significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale, ponendo al centro degli obiettivi pubblici un’efficace azione di contenimento dell’evasione che, nonostante i risultati conseguiti, rimane di dimensioni considerevoli”.
Lo ha scritto la Corte dei Conti nel documento che ha depositato nella sua audizione alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato sulla manovra economica.
Come più volte sottolineato dalla Corte, specifica il testo, «per far ciò è necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale; ciò anche mediante l’impiego sistematico dei dati finanziari e, non ultima, un’efficace attività di riscossione. Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future».
Si tratta di norme, ha sottolineato la Corte nel corso dell’audizione alle commissioni bilancio di Camera e Senato sulla legge di bilancio, che possono “risultare non coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr”.
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