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L’Istat propone i dati che evidenziano la perdita di potere di acquisto degli italiani, in base alle attuali retribuzioni: “Nel primo trimestre del 2022 la crescita delle retribuzioni contrattuali rimane contenuta”.
Il comunicato continua: “La durata dei contratti e i meccanismi di determinazione degli incrementi contrattuali seguiti finora hanno determinato un andamento retributivo che, considerata la persistenza della spinta inflazionistica, porterebbe, nel 2022, a una perdita di potere d’acquisto valutabile in quasi cinque punti percentuali“.