Stati generali, Bonomi va all'attacco: a rischio 60 mila imprese
Top

Stati generali, Bonomi va all'attacco: a rischio 60 mila imprese

Carlo Bonomi denuncia ritardi nelle procedure a sostegno della liquidità e dice che la cig è stata anticipata dalle imprese.

Bonomi e Conte
Bonomi e Conte
Preroll

globalist Modifica articolo

18 Giugno 2020 - 07.58


ATF

Si apre questa mattina, alle 9, la quinta giornata degli Stati Generali a Villa Pamphilj con gli incontri con il settore produttivo. Ieri botta e risposta tra governo e industriali.  Il loro leader Carlo Bonomi denuncia ritardi nelle procedure a sostegno della liquidità e dice che la cig è stata anticipata dalle imprese. Chiede che si onorino contratti e debiti con esse, e che non si nascondano ‘colpe ed errori degli ultimi 25 anni’. E fa pressing perché lo Stato rispetti una sentenza della Cassazione restituendo 3,4 miliardi di accise energia ‘pagati impropriamente’ dalle imprese. ‘Nessun pregiudizio nei confronti della libera iniziativa economica – garantisce il premier Giuseppe Conte – le nostre misure sono proprio per il sostegno delle imprese’.

Conte, clima proficuo con imprese, piano apprezzato -“Il piano di rilancio e’ stato molto apprezzato, siamo disponibili ad accettare idee, la settimana prossima vorremmo completare il piano. Il clima e’ proficuo”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nel punto stampa a Villa Pamphilj. “Non avendo ancora anticipato la bozza sul dl semplificazione, dare ora giudizi mi sembra improvvido. I passagi dovrebbero completarsi in questa settimana. Dalla prossima settimana mi piacerebbe portarlo in cdm anche se prima dovremo confrontarci con forze maggioranza: ma è la premressa per il piano di rilancio. Vedrete che si sarà una sostanziale smeplificazione”.

  Bonomi,cig anticipata da imprese,ritardi su liquidità – “La cassa integrazione è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane”, e ci sono stati “gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno della liquidità”. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, lo scrive su Twitter dopo aver partecipato agli Stati generali a Villa Pamphili: “Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee”, sottolinea.

“L’impegno contro una nuova dolorosa recessione può avere successo solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni” scrive su twitter il presidente di Confindustria. E sottolinea: “Ora si onorino i contratti-debiti verso le imprese”.

Leggi anche:  Costituente M5s, (piccola) contestazione a Conte: "Siete come il Pd"

“Chiedo immediato rispetto per la sentenza della Magistratura che impone restituzione di 3,4 miliardi di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione”, aggiunge Bonomi.

Conte, ammetto ritardi,non rispondo carenze strutturali – “Qualcuno crede che questo governo abbia un pregiudizio nei confronti della libera iniziativa economica. Voglio precisarlo molto chiaramente: le misure che abbiamo elaborato e inserito nei nostri provvedimenti sono dedicate al sostegno delle imprese. Da parte di questo governo c’è una costante attenzione per il sostegno alle imprese. Per noi l’impresa è un pilastro della nostra società”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte incontrando Confindustria agli Stati Generali.

“Da questo piano per il rilancio, noi, parallelamente, terminato questo ciclo di incontri, già dalla prossima settimana inizieremo a ricavare la versione finale. Non abbiamo tempo. Una volta ricavata la versione” definitiva, “andremo a declinare delle priorità, a dare una prospettiva diacronica ai progetti. Dopodiché ricaveremo il più stretto Recovery Plan – quello su cui chiederemo i finanziamenti all’Ue – che presenteremo a settembre”. Lo spiega, al tavolo con Confindustria, il premier.

“Oggi il tema è il piano di rilancio. Voliamo un po’ alto, questa partita dare avere verrà risolta dai nostri uffici”. Lo dice il premier rispondendo a chi gli chiede della richiesta di Bonomi di restituire 3,4 miliardi di accise energetiche delle imprese. 

“Se da tanti anni in termini di pil o produttività il Paese è al di sotto della media europea evidentemente ci sono problemi strutturali che si trascinano. Però la questione non prevede di piangersi addosso, bensì la predisposizione del governo è nel valutare le prossime misurare che bisognerà adottare nell’immediato. Questo è un piano, da qui non ci distraiamo neppure in questi giorni, siamo anche in costante aggiornamento con i nostri uffici per contribuire alla messa a terra delle misure che abbiamo varato”, spiega Conte  nell’incontro con le associazioni datoriali a Villa Pamphilj.

Leggi anche:  M5s, l'altolà di Conte: "Resti progressista o dovrà trovarsi un altro leader"

“Il quadro macroeconomico si presenta molto complesso: abbiamo capito tutti che questa emergenza avrebbe portato con sé alti costi, oltre che umani, economici e sociali. Peraltro da un confronto che manteniamo sempre aggiornato con le maggiori autorità economiche nazionali, europee, internazionali, abbiamo convenuto sul fatto che l’incertezza che si è scatenata non verrà sciolta certo nel giro di qualche mese”, sottolinea il premier.

“Qui ci sono dei problemi strutturali, se non li affrontiamo adesso difficilmente avremo un’altra occasione. E dobbiamo affrontarli assieme. Questo governo ha la chiara consapevolezza che non intende trattare i fondi Ue come il proprio tesoretto”, afferma il premier. “Sarebbe sbagliato affrontare questa prospettiva con quest’atteggiamento”, aggiunge.

“Con la riapertura delle attività non si è ripristinato un circuito dei consumi ordinario rispetto allo status quo ante. Proprio stamattina l’Istat ha pubblicato gli ultimi dati sul fatturato dell’industria ad aprile: sono cifre che fotografano una congiuntura drammaticamente difficile. Il fatturato è calato del 29,4% rispetto a marzo, del 23,9% nella media dello stesso trimestre del 2019, il calo del fatturato è esteso sia al mercato interno che a quello estero e questo raddoppia l’effetto discesa, la caduta”. Lo dice il premier Giuseppe Conte alle associazioni datoriali a Villa Pamphilj.

“Ci siamo trovati a fare interventi – penso alla Cassa integrazione – che normalmente facevamo nell’arco di cinque o sei anni. Stesso discorso anche per le necessità delle imprese, dove c’erano aspettative di pochi giorni e poche settimane. E’ chiaro che delle criticità si sono rivelate e anche sulla prospettiva della liquidità non è sufficiente disegnare un modello normativo pensando che possa conformarsi all’unisono in maniera perfetta. Facciamo ammenda per eventuali carenze che si stanno dimostrando e abbiamo l’umiltà di ammettere ritardi ed errori. Fermo restando che certo non possiamo essere chiamati a rispondere di carenze strutturali che il sistema Italia si porta dietro da circa 20 anni”, sottolinea Conte.

Leggi anche:  M5s, Conte contro Grillo: "Cancella la sua storia e schiaffeggia gli iscritti

“Se ritarderemo le risposte potremo certificare il fallimento del mercato Unico, dei pilastri dell’Ue. Salterà tutto, il mercato Unico, il trattato di Schengen, salterà la protezione del benessere dei cittadini europei, delle imprese, delle famiglie. Perché è evidente che se non si interviene uno shock sinergico coinvolgerà tutti. Ma all’esito di queste macerie avremo dei paesi che avranno dimostrato una maggiore resilienza, sono forti dello spazio fiscale che non tutti hanno e l’idea di Europa non la recupereremo più. Venerdì ci sarà un passaggio molto importante con il Consiglio europeo, anche se non determinante. La partita decisiva sarà a luglio”. Lo dice il premier Giuseppe Conte a Villa Pamphilj parlando del Recovery fund.

Ance, lockdown mazzata finale, a rischio 60 mila imprese  – “Il nostro settore è in crisi da 12 anni. Siamo l’unico settore che ancora non è uscito dalla crisi del 2008: perché? Questo arresto della produzione dovuto al lockdown rischia di dare la mazzata finale alle nostre imprese”. E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Ance Gabriele Buia nel suo intervento agli Stati generali dell’economia. “Altre 60.000 imprese del settore (Cerved) e 300.000 lavoratori a rischio nei prossimi mesi (oltre alle 130.000 già perse in 10 anni di crisi)”, ha detto Buia, sottolineando che “per farlo bisogna aver la forza di dire basta!”
   

Native

Articoli correlati