Conte rassicura i ricchi: "Escludo la patrimoniale e non servono pieni poteri"
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Conte rassicura i ricchi: "Escludo la patrimoniale e non servono pieni poteri"

Il premier parla della fase 2: "Il nostro debito rimane sostenibile, nel quadro di un risparmio privato molto cospicuo e di una resilienza particolarmente spiccata del nostro intero sistema economico".

Il premier Giuseppe Conte
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3 Maggio 2020 - 09.45


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La prima regola se si vuole restare al governo è quella di non tassare i ricchi e di non dare la caccia troppo efficacemente agli evasori fiscali, che da soli potrebbero aiutarci a frenare il debito che grava sulle tasche degli italiani.
E anche Conte si affanna a mettre le mani avanti e a dichiararsi contro una misura di buonsenso in tempi eccezionali, visto che negli ultimi decenni l’Italia (come nel resto del mondo) i ricchi sono diventati sempre più ricchi, la classe media si è assottigliata e i poveri sono diventati più poveri.
“Escludo una patrimoniale. Il nostro debito rimane sostenibile, nel quadro di un risparmio privato molto cospicuo e di una resilienza particolarmente spiccata del nostro intero sistema economico”.

Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, parlando dell’emergenza coronavirus in un’intervista a Massimo Giannini, neo direttore de La Stampa.

E sui malumori della maggioranza risponde: “Non servono investiture, né avere pieni poteri”.


Sul downgrade del debito italiano operato da Fitch, ha commentato: “Il declassamento è ingiustificato ma non mi ha rubato il sonno. A me – ha sottlineato Conte – preoccupano, invece, le famiglie in difficoltà, i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro, gli autonomie le imprese che rischiano di chiudere. La maggior parte del debito aggiuntivo che dovremo collocare per fronteggiare la crisi sarà coperta dal programma di acquisti della Bce. Ci stiamo adoperando affinché i pagamenti per gli interessi – al netto della quota che ci viene retrocessa dalla Banca d`Italia a seguito dei suoi acquisti – risultino alla fine in linea con quelli attuali”.
 “Sono fortemente convinto che un sistema come il nostro non abbia affatto bisogno di investiture messianiche, né di uomini investiti di pieni poteri”, ha aggiunto Conte. “Dobbiamo essere orgogliosi di avere rispettato l’equilibrio tra poteri costituzionali, inserendo i Dpcm”. Il premier ha parlato di “maggioranza solida”. Con Italia Viva, ha assicurato, “stiamo lavorando bene” mentre le larghe intese e un possibile governo Draghi sono “chiacchiericcio”.
 Ora, ha proseguito, entriamo nella “fase due” dell’emergenza. “Questo non casualmente, ma grazie al poderoso sforzo collettivo che abbiamo fatto tutti insieme e che ci ha permesso di ricondurre a un livello accettabile la soglia del contagio. Questa nuova fase ci è costata enormi sacrifici ed è per questo che non può essere intesa come un liberi tutti…”.
 “Dobbiamo continuare – è il monito del premier- a rispettare le regole sul distanziamento fisico. Evitiamo gesti di disattenzione o, peggio, un’opera di rimozione collettiva. Il virus continua a circolare tra noi, siamo ancora in piena pandemia. Ho anche anticipato un cronoprogramma di massima, per pianificare una ripresa sicura e sostenibile”.
 “Fino a ora – ha detto tirando il bilancio della fase uno di lockdown integrale del Paese – il governo ha stanziato 36 miliardi di euro per sostenere i lavoratori e 40 per le imprese, a cui si aggiungono le azioni per attivare moratorie su mutui e prestiti e per porre garanzie sulla liquidità a beneficio delle aziende. E’ vero, ci lasciamo alle spalle un primo maggio estremamente triste,ma questo non deve impedirci di ricordare la centralità del lavoro e di ringraziare ancora una volta le tante persone che con i loro sforzi hanno permesso al Paese di resistere e di contrastare l`avanzata del virus. Ora, però, è il momento di ripartire”.
 

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