Conte incalza la Ue: "Regole di bilancio più morbide o faremo senza Europa"

Il presidente del Consiglio in un'intervista al quotidiano tedesco Bild: "Non dobbiamo alla fine starcene con le mani incrociate: operazione riuscita, ma il paziente Europa è morto".

Giuseppe Conte
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8 Aprile 2020 - 07.11


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“Io chiedo un ammorbidimento delle regole di bilancio. Altrimenti dobbiamo fare senza l’Europa e ognuno fa per sé”.

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Lo ha detto Giuseppe Conte in un’intervista al quotidiano tedesco Bild.

Il presidente del Consiglio, che ha avuto un incontro con i ministri Di Maio e Gualtieri, ha sollecitato l’Ue sulla velocità di reazione: “Non dobbiamo alla fine starcene con le mani incrociate: operazione riuscita, ma il paziente Europa è morto”.

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“Non dobbiamo perdere competitività” “Non dobbiamo arretrare rispetto a Cina e Stati Uniti che mettono al momento a disposizione il 13% del loro Pil”, ha sottolineato il premier. Per poi tornare sulla questione Eurobond: “Per non perdere competitività ne abbiamo bisogno”.

 L’emergenza coronavirus Sul versante della gestione dell’emergenza coronavirus, Conte ha osservato come “l’Italia stia maturando una grande esperienza” e come, se si riuscisse a uscire dalla fase critica, sia disponibile “ad aiutare anche altri Paesi”. Quello italiano è un sistema sanitario “molto efficiente ed articolato, ma è chiaro che un’emergenza così concentrata lo ha messo a dura prova. Stiamo creando 68 ospedali Covid dedicati per evitare così che anche il personale medico possa essere esposto al pericolo”.

 “Presto l’Italia sarà sicura per i turisti” In Italia “ci affacciamo alla Fase 2: significa regolamentare in modo assolutamente diverso la nostra vita sociale ed economica, convivere con il virus, consapevoli che un vaccino non arriverà prima di un certo numero di mesi”, ha affermato ancora Giuseppe Conte. “Io – ha proseguito – non vedo l’ora di poter ricevere i turisti tedeschi ed europei. Sono i benvenuti e confido che per come stiamo agendo presto l’Italia diventerà il posto più sicuro in cui spostarsi. Ma è necessario che tutti i Paesi adottino misure altrettanto rigorose”.

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 Vertici di governo per le nuove misure Oltre ai ministri Di Maio e Gualtieri, il presidente del Consiglio Giuseppe ha incontrato anche i capi delegazione dei partiti al governo. Sul tavolo, tra le altre cose, la messa a punto del nuovo Dpcm che dovrà essere firmato nei prossimi giorni. Le misure di contenimento del coronavirus, infatti, scadono il 13 aprile e l’esecutivo dovrà prorogarle o modificarle. Al momento l’idea è quella di un’ulteriore proroga per due settimane, magari con qualche leggera modifica alle restrizioni in vigore.

Le trattative dell’eurogruppo sospese
Dopo 16 ore di trattative l’Eurogruppo è stato sospeso, senza un accordo sulle misure necessarie ad affrontare le conseguenze socioeconomiche della pandemia di Covid-19. E, sempre in videoconferenza, riprenderà domani.

“La conferenza stampa prevista per le 10 di stamani dovrà essere cancellata, dato che la riunione è stata sospesa e continuerà domani. I dettagli verranno annunciati più tardi”, ha comunicato il portavoce del presidente dell’Eurogruppo, Luis Rego. Vari ministri avevano impegni nei rispettivi Paesi nella giornata di oggi, quindi la riunione, che è andata avanti per tutto il pomeriggio di ieri, la sera, la notte e nelle prime ore di questa mattina, è stata aggiornata.

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Il punto su cui è più difficile trovare un’intesa, spiegano le fonti, è la condizionalità legata alle Eccl, le linee di credito del Meccanismo Europeo di Stabilità. L’Italia, non da sola, non vuole alcuna condizionalità, richiesta cui si oppongono Olanda, Austria e Finlandia. Ora si starebbe tentando di formulare il passaggio sul Mes in modo tale che la decisione finale venga demandata ai capi di Stato e di governo.

La Spagna al momento starebbe bloccando un testo che demanda la decisione sul Mes ai leader. Per quanto riguarda invece il programma Sure contro la disoccupazione (i nordici volevano garanzie sulla temporaneità) e sul fondo per la ripresa, proposto dalla Francia, “sembra che siamo in maggioranza d’accordo”, concludono le fonti.

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