Dalla pagina allo schermo: l’esordio di Zingaretti alla regia
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Dalla pagina allo schermo: l’esordio di Zingaretti alla regia

Nella Multisala messinese il battesimo registico di un attore maturo che traduce in immagini un romanzo doloroso.

Gianfranco Franchini, nel film di Zingaretti - La casa degli sguardi
Gianfranco Franchini, nel film di Zingaretti - La casa degli sguardi
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13 Aprile 2025 - 14.49 Culture


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«Volevo passare dietro la macchina da presa», è quanto ha confessato Luca Zingaretti durante la presentazione del suo film d’esordio alla regia La casa degli sguardi, in uscita alla Multisala Apollo di Messina, l’11 aprile 2025.

Il suo progetto prende forma a partire da un libro, non da uno qualsiasi: il romanzo di Daniele Mencarelli, poeta della sofferenza quotidiana, autore capace di trasformare il dolore in metrica. «Un giorno ho letto quel libro e mi ha molto colpito», dice Zingaretti. La casa degli sguardi è la cronaca di uno sconvolgimento della vita un «Turning Point», quella di Marco, ventenne distrutto dalla propria stessa furia, incapace di vivere, inghiottito dal vuoto; malgrado tutto, dentro quell’abisso, il protagonista trova la possibilità di una lenta risalita, un ritorno alla vita, lavorando in una cooperativa di pulizie all’interno dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù. È lì che Marco, e con lui lo spettatore, tra quelle pareti dove i corpi piccoli dei bambini combattono battaglie immense e spesso tragiche, scopre la dignità silenziosa del dolore e la redenzione che sgorga dallo stare, umilmente, accanto a questi esseri indifesi.

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Zingaretti non si nasconde. La scelta di raccontare una simile vicenda viene da un’urgenza personale. «Avevo l’esigenza impellente di fare questa esperienza», ha detto, il regista non impone la narrazione, ma la segue, la accompagna, ne rispetta il respiro, il tempo. «Il regista è colui che più di tutti riesce a mettere pause e ritmo nel racconto, imprime un senso alla storia», ha aggiunto con la precisione di chi ha studiato a lungo il gesto cinematografico.

Il casting, per un film di questa intensità, si è rivelato una folgorazione. Il protagonista, Marco, è interpretato da Gianmarco Franchini, attore pressoché sconosciuto, ma dotato di una luce interiore, è entrato immediatamente in relazione empatica con il regista: «Era il primo che abbiamo provinato, e mi ha subito colpito per la sua spontaneità, per la sua bella anima». Un’intuizione che si è rivelata una scelta decisiva. Franchini, con un’interpretazione che pare scolpita dal vero, restituisce al personaggio una credibilità viscerale, incarnando un dolore che non cerca indulgenza.

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Il film è stato distribuito nelle sale italiane a partire dal 10 aprile, prodotto da Bibi Film, Clemart con Rai Cinema, Stand By Me e Zocotoco, e distribuito da Lucky Red. Una produzione che unisce realtà cinematografiche solide e altre più vocate alla sperimentazione.  

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