Una voce ritrovata nel silenzio della Storia: Franca Jarach e il dolore della memoria spezzata
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Una voce ritrovata nel silenzio della Storia: Franca Jarach e il dolore della memoria spezzata

Carlo Greppi, in 'Figlia mia. Vita di Franca Jarach', racconta con rigore e empatia la breve esistenza di una desaparecida italo-argentina.

Una voce ritrovata nel silenzio della Storia: Franca Jarach e il dolore della memoria spezzata
Carlo Greppi
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Marco Buttafuoco Modifica articolo

10 Aprile 2025 - 23.19


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Chi costruì Tebe dalle Sette Porte?
Dentro i libri ci sono i nomi dei re.
I re hanno trascinato quei blocchi di pietra?
Babilonia tante volte distrutta,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?
Dove andarono i muratori, la sera che terminarono
la Grande Muraglia?

Scriveva così Bertolt Brecht nella sua poesia, un tempo celebre, Domande di un lettore operaio. È possibile scrivere una storia “dal basso”, che non metta sulla pagina solo i grandi processi economici e socio culturali, o i fatti e i misfatti degli stati, più o meno profondi? Carlo Greppi, storico torinese, ne è convinto da tempo e ha già pubblicato varie opere scavando nell’infinito giacimento delle esistenze. Fra questi libri, non pochi, anche romanzi veri e propri, ricordiamo; Un uomo di poche parole. Storia di Lorenzo, che salvò Primo ( Laterza 2023) la biografia di Lorenzo Perrone, il muratore piemontese che ad Auschwitz aiutò Primo Levi, permettendogli di sopravvivere al lager e Il Buon tedesco (Laterza 2021) centrato sulle vicende di un soldato del terzo Reich che disertò e morì combattendo con la Resistenza italiana

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Naturalmente questo approccio apre molti problemi di documentazione; la storia orale è quasi necessaria per narrare i dimenticati, ma è anche materia scivolosa e ingannevole. Qual è poi il confine fra storiografia e letteratura, in un’operazione culturale del genere? È poi necessario rispettare questo confine? A tutte queste domande Greppi prova a dare una risposta, naturalmente non definitiva in un suo denso, bellissimo, saggio del settembre del 2024, edito da Laterza intitolato significativamente Storie che non fanno la storia (Un libro che spiega metodologie, dubbi e passioni dell’autore oltre ad essere un sorprendente catalogo di opere da leggere (o rileggere) su un tema, quello della letteratura non fiction, molto dibattuto oggi (Si pensi al successo di M di Antonio Scurati). Il lettore scuserà, spero, questa lunga introduzione all’ultima fatica di Greppi Figlia mia. Vita di Franca Jarach, desaparecida. (Laterza 2025, pagg 352, prezzo di copertina 18,05 ,Ebook 10,99). La Jarach diciannovenne italo argentina, figlia di emigrati ebrei italiani in fuga dalle leggi razziali, fu fatta sparire dal regime dei Generali argentini nel 1976. Forse gettata, come tanti altri da un areo in volo sull’oceano. Una desaparecida, quindi, figlia di Vera, leader del movimento di Plaza de Mayo. La fatica dello storico è qui veramente improba. Si tratta di narrare, su un materiale documentario certo ingente, ma anche franoso, perché legato a ricordi personali, la vita di una giovane donna che a sedici anni decise di entrare nell’opposizione clandestina. Si tratta di narrare una vita, appena cominciata, nell’ambito di uno dei più atroci stermini di massa della seconda metà del XX secolo.  Greppi ci riesce rimanendo in equilibrio fra il distacco dello storico e una profonda partecipazione emotiva, parlando anche al lettore della sua sofferenza professionale e umana nell’affrontare un tema tanto difficile.

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Ne esce la storia non romanzata, di un’assenza, volendo usare un linguaggio un po’ alla Gardel, forse non inadatto alla materia, un racconto storico e allo stesso tempo intimo, che prende il lettore alla gola.

Il libro uscito il 7 marzo, è già alla prima ristampa. 

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