Favola calcistica tra sport e riscatto: la commedia dei Manetti Bros che trasforma Palmi nel cuore del gioco
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Favola calcistica tra sport e riscatto: la commedia dei Manetti Bros che trasforma Palmi nel cuore del gioco

"US Palmese" è una commedia dei Manetti Bros ambientata nel mondo del calcio, tra sport e riscatto, con Rocco Papaleo protagonista di un'incredibile impresa in Calabria.

Favola calcistica tra sport e riscatto: la commedia dei Manetti Bros che trasforma Palmi nel cuore del gioco
Rocco Papaleo
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18 Marzo 2025 - 22.43


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di Maria Antonietta Coccanari

   I Manetti Bros firmano questa commedia prodotta da Rai Cinema, e ambientata nel mondo del calcio di cui sono patiti. 

    Giocano quindi con passione, per così dire, meglio che con la trilogia di Diabolik. 

    E poiché tratta di un giocatore di colore, “tra i primi due-tre al mondo”, incredibile come Houdini ma intemperante talento che proviene dalla banlieue parigina, squalificato da una grande squadra milanese e chiamato, per rifarsi una verginità d’immagine, in un piccolo paese marino in Calabria, Palmi, in una squadra, la Palmese, “che ha bisogno di un eroe”, il film è infarcito di una girandola di ragioni psicologiche e sociali. Dalla Lamborghini a una camera d’albergo fané, da ragazze intercambiabili ai panini, dalla tracotanza a un bagno di umiltà, dalle notti di stordimento a quelle di riflessione. Dalle risse a varie opere buone. In una narrazione che fa epoché di un sud criminale e ce lo offre fresco empatico e simpatico, insolitamente non autodistruttivo. Il film è dedicato alla mamma, nativa di Palmi, “che ci ha cresciuti liberi e parmisani”.

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    E’ come una favola e ha un lieto fine, ha flash sentimentali, è scandito da radiocronache e telecronache con Capello & co, dallo stadio in technicolor al campo di provincia, con tante canzoni briose. Salta a più non posso dalla Calabria a Milano tra velocità e ralenti, dribbling assist e gol sportivi e umani. Tutti giocano, pensano, telefonano, cambiano per ritrovare chi sono.

   Rocco Papaleo, autentico protagonista assoluto in un affollatissimo coro, è don Vincenzo, agricoltore pensionato vedovo con una giovane figlia e un cane per compagnia. E’ quello che legge della squalifica del campione sulla Gazzetta e coinvolge in una colletta un paese intero per rimediare 5 milioni necessari ad ingaggiarlo nella squadretta locale. Convince amici, professionisti, disoccupati, convince la poetessa (esilarante Claudia Gerini) con la verità che “il calcio è poesia”, e il professore che cita come metafore Catilina l’invincibile Achille l’astuto Ulisse e Leonida alle Termopili.  Don Vincenzo è un sognatore genialoide bizzarro e brutto, che aveva avuto una moglie bella, persuaso perciò che si vergognasse di lui che ha imparato una lezione preziosa: ”nessuno mai si deve vergognare”. Del resto, lo diceva anche Nietzsche: Chi è il malvagio? Colui che ti fa vergognare. 

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    E poi, ci sono tante altre cose da imparare, e anche da insegnare, in un continuo giro tra giocatori sul campo e nella vita, una miriade di piccole morali senza retorica che arrivano con tenerezza e irresistibile spasso. 

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