Il secondo locale più antico d’Europa e il più longevo (insieme al Cavern di Liverpool) compie 60 anni. Infatti, era il lontano 1965 quando a Roma, l’avvocato Alberigo Crocetta, con l’aiuto di due soci (il commerciante di automobili Giancarlo Bornigia e l’importatore di carni Alessandro Diotallevi, decisero di fondare il Piper, il locale notturno che presto divenne un’icona di una generazione intera e un vero e proprio fenomeno di costume.
Situato a Roma, precisamente in via Tagliamento, di fronte al quartiere Coppedè, il Piper emerse subito come punto focale della bella vita romana, raccogliendo frequentazioni dal mondo dello spettacolo e dell’arte, oltre che da personaggi della scena mondana.
La linea artistica del Piper si ispirava al mondo del beat inglese, da cui copiò anche l’idea dell’opera beat (ad un uso innovativo di stroboscopiche colorate venivano abbinati suoni e coreografie e stili dettati dalla moda della minigonna).
Dal nutrito gruppo dei ragazzi che si possono considerare frequentatori “storici” del Piper emergeranno negli anni numerosi personaggi di spicco fra cui Romina Power, Mia Martini, Loredana Bertè e Renato Zero (che nel 1982 realizzerà un 33 giri ispirato proprio agli anni del Piper).
L’enciclopedia Treccani, a proposito del Piper, si è così espressa: “ che a Roma sarebbe stato il tempio del beat e delle generazioni successive lo si intuì fin da subito. Lo storico locale compirà 60 anni il 17 febbraio e si prepara a festeggiare con l’autorevolezza di chi ha cambiato il modo di vivere la notte”.
“Iniziò tutto quando Alberigo Crocetta e Giancarlo Bornigia trovarono un locale nuovissimo che avrebbe dovuto diventare un cinema ma non aveva i permessi di agibilità”, racconta Davide Bornigia, figlio di Giancarlo che oggi gestisce il locale.
E aggiunge Bornigia: “Lo riempirono di parti di auto e dipinti d’autore, ce n’era anche uno di Schifano, e lo munirono di una ‘buca’ dell’eco”. Sembrava una grande balera. Poi arrivò il nome: Piper, zampognaro”
Per celebrare questo importante traguardo raggiunto dal locale romano è intervenuto anche Pietro Delise, il primo barman del Piper: “Servivo i cocktail e i lavori erano ancora in corso. Fuori nevicava. Una biondina mi chiese di ballare: era Patty Pravo, diventammo amici e ancora lo siamo”
Si faceva rigorosamente musica dal vivo, la discoteca non c’era ancora. A suonare per primi furono The Rokes con il loro beat, affiancati dagli Equipe 84 che facevano il ‘liscio’. Fu un successo senza precedenti, nel locale entravano i giovani ma anche gli artisti della Roma bene come Gassman, Zeffirelli, Anna Magnani, Alberto Bevilacqua, Nureyev, Monica Vitti, Albertazzi, Lilla Brignone, Ugo Sciascia, Lina Wertmüller, Nanni Lo e Renzo Vespignani frequentavano il Piper.
Nei primi mesi di attività a mettere i dischi nel locale era il dj Giuseppe Farnetti, e dopo 60 anni sarà ancora lui, nella giornata di lunedì, a mettere la musica per far ballare e divertire tutti.
Fra le serata da ricordare del Piper c’è sicuramente quella del 3 maggio 1968, quando sulla pedana si esibì Jimi Hendrix, uno dei chitarristi dell’Olimpo della scena rock di tutti i tempi.
Per il Piper gli anni ’80 sono stati indimenticabili, anche per l’ascesa dello storico direttore del locale Mr. Franz, che con le sue infinite idee trasformava ogni serata in un evento speciale e unico.
“Una sera, dopo un meraviglioso concerto di Keith Emerson – ricorda Davide – Pino Daniele, senza aver detto niente a nessuno, salì sul palco al piano e cantò per un paio d’ore la sua musica. Uno dei momenti più belli della mia vita”. .
Dopo alcuni anni un po’ di alti e bassi, oggi il Piper Club continua a mantenere il suo spirito, unendo sei decenni di storia e muovendosi tra il più contemporaneo Clubbing e live indipendenti e pop, con un pubblico non solo di romani ma anche di stranieri.
Insomma, dopo 60 anni il Piper è ancora uno dei locali di riferimento in Italia e in tutta Europa, e l’augurio di tutti, frequentatori e non, è che continui ad attirare gente da tutto il mondo ancora per molto tempo.
Il secondo locale più antico d’Europa e il più longevo (insieme al Cavern di Liverpool) compie 60 anni. Infatti, era il lontano 1965 quando a Roma, l’avvocato Alberigo Crocetta, con l’aiuto di due soci (il commerciante di automobili Giancarlo Bornigia e l’importatore di carni Alessandro Diotallevi, decisero di fondare il Piper, il locale notturno che presto divenne un’icona di una generazione intera e un vero e proprio fenomeno di costume.
Situato a Roma, precisamente in via Tagliamento, di fronte al quartiere Coppedè, il Piper emerse subito come punto focale della bella vita romana, raccogliendo frequentazioni dal mondo dello spettacolo e dell’arte, oltre che da personaggi della scena mondana.
La linea artistica del Piper si ispirava al mondo del beat inglese, da cui copiò anche l’idea dell’opera beat (ad un uso innovativo di stroboscopiche colorate venivano abbinati suoni e coreografie e stili dettati dalla moda della minigonna).
Dal nutrito gruppo dei ragazzi che si possono considerare frequentatori “storici” del Piper emergeranno negli anni numerosi personaggi di spicco fra cui Romina Power, Mia Martini, Loredana Bertè e Renato Zero (che nel 1982 realizzerà un 33 giri ispirato proprio agli anni del Piper).
L’enciclopedia Treccani, a proposito del Piper, si è così espressa: “ che a Roma sarebbe stato il tempio del beat e delle generazioni successive lo si intuì fin da subito. Lo storico locale compirà 60 anni il 17 febbraio e si prepara a festeggiare con l’autorevolezza di chi ha cambiato il modo di vivere la notte”.
“Iniziò tutto quando Alberigo Crocetta e Giancarlo Bornigia trovarono un locale nuovissimo che avrebbe dovuto diventare un cinema ma non aveva i permessi di agibilità”, racconta Davide Bornigia, figlio di Giancarlo che oggi gestisce il locale.
E aggiunge Bornigia: “Lo riempirono di parti di auto e dipinti d’autore, ce n’era anche uno di Schifano, e lo munirono di una ‘buca’ dell’eco”. Sembrava una grande balera. Poi arrivò il nome: Piper, zampognaro”
Per celebrare questo importante traguardo raggiunto dal locale romano è intervenuto anche Pietro Delise, il primo barman del Piper: “Servivo i cocktail e i lavori erano ancora in corso. Fuori nevicava. Una biondina mi chiese di ballare: era Patty Pravo, diventammo amici e ancora lo siamo”
Si faceva rigorosamente musica dal vivo, la discoteca non c’era ancora. A suonare per primi furono The Rokes con il loro beat, affiancati dagli Equipe 84 che facevano il ‘liscio’. Fu un successo senza precedenti, nel locale entravano i giovani ma anche gli artisti della Roma bene come Gassman, Zeffirelli, Anna Magnani, Alberto Bevilacqua, Nureyev, Monica Vitti, Albertazzi, Lilla Brignone, Ugo Sciascia, Lina Wertmüller, Nanni Lo e Renzo Vespignani frequentavano il Piper.
Nei primi mesi di attività a mettere i dischi nel locale era il dj Giuseppe Farnetti, e dopo 60 anni sarà ancora lui, nella giornata di lunedì, a mettere la musica per far ballare e divertire tutti.
Fra le serata da ricordare del Piper c’è sicuramente quella del 3 maggio 1968, quando sulla pedana si esibì Jimi Hendrix, uno dei chitarristi dell’Olimpo della scena rock di tutti i tempi.
Per il Piper gli anni ’80 sono stati indimenticabili, anche per l’ascesa dello storico direttore del locale Mr. Franz, che con le sue infinite idee trasformava ogni serata in un evento speciale e unico.
“Una sera, dopo un meraviglioso concerto di Keith Emerson – ricorda Davide – Pino Daniele, senza aver detto niente a nessuno, salì sul palco al piano e cantò per un paio d’ore la sua musica. Uno dei momenti più belli della mia vita”. .
Dopo alcuni anni un po’ di alti e bassi, oggi il Piper Club continua a mantenere il suo spirito, unendo sei decenni di storia e muovendosi tra il più contemporaneo Clubbing e live indipendenti e pop, con un pubblico non solo di romani ma anche di stranieri.
Insomma, dopo 60 anni il Piper è ancora uno dei locali di riferimento in Italia e in tutta Europa, e l’augurio di tutti, frequentatori e non, è che continui ad attirare gente da tutto il mondo ancora per molto tempo.
Il secondo locale più antico d’Europa e il più longevo (insieme al Cavern di Liverpool) compie 60 anni. Infatti, era il lontano 1965 quando a Roma, l’avvocato Alberigo Crocetta, con l’aiuto di due soci (il commerciante di automobili Giancarlo Bornigia e l’importatore di carni Alessandro Diotallevi, decisero di fondare il Piper, il locale notturno che presto divenne un’icona di una generazione intera e un vero e proprio fenomeno di costume.
Situato a Roma, precisamente in via Tagliamento, di fronte al quartiere Coppedè, il Piper emerse subito come punto focale della bella vita romana, raccogliendo frequentazioni dal mondo dello spettacolo e dell’arte, oltre che da personaggi della scena mondana.
La linea artistica del Piper si ispirava al mondo del beat inglese, da cui copiò anche l’idea dell’opera beat (ad un uso innovativo di stroboscopiche colorate venivano abbinati suoni e coreografie e stili dettati dalla moda della minigonna).
Dal nutrito gruppo dei ragazzi che si possono considerare frequentatori “storici” del Piper emergeranno negli anni numerosi personaggi di spicco fra cui Romina Power, Mia Martini, Loredana Bertè e Renato Zero (che nel 1982 realizzerà un 33 giri ispirato proprio agli anni del Piper).
L’enciclopedia Treccani, a proposito del Piper, si è così espressa: “ che a Roma sarebbe stato il tempio del beat e delle generazioni successive lo si intuì fin da subito. Lo storico locale compirà 60 anni il 17 febbraio e si prepara a festeggiare con l’autorevolezza di chi ha cambiato il modo di vivere la notte”.
“Iniziò tutto quando Alberigo Crocetta e Giancarlo Bornigia trovarono un locale nuovissimo che avrebbe dovuto diventare un cinema ma non aveva i permessi di agibilità”, racconta Davide Bornigia, figlio di Giancarlo che oggi gestisce il locale.
E aggiunge Bornigia: “Lo riempirono di parti di auto e dipinti d’autore, ce n’era anche uno di Schifano, e lo munirono di una ‘buca’ dell’eco”. Sembrava una grande balera. Poi arrivò il nome: Piper, zampognaro”
Per celebrare questo importante traguardo raggiunto dal locale romano è intervenuto anche Pietro Delise, il primo barman del Piper: “Servivo i cocktail e i lavori erano ancora in corso. Fuori nevicava. Una biondina mi chiese di ballare: era Patty Pravo, diventammo amici e ancora lo siamo”
Si faceva rigorosamente musica dal vivo, la discoteca non c’era ancora. A suonare per primi furono The Rokes con il loro beat, affiancati dagli Equipe 84 che facevano il ‘liscio’. Fu un successo senza precedenti, nel locale entravano i giovani ma anche gli artisti della Roma bene come Gassman, Zeffirelli, Anna Magnani, Alberto Bevilacqua, Nureyev, Monica Vitti, Albertazzi, Lilla Brignone, Ugo Sciascia, Lina Wertmüller, Nanni Lo e Renzo Vespignani frequentavano il Piper.
Nei primi mesi di attività a mettere i dischi nel locale era il dj Giuseppe Farnetti, e dopo 60 anni sarà ancora lui, nella giornata di lunedì, a mettere la musica per far ballare e divertire tutti.
Fra le serata da ricordare del Piper c’è sicuramente quella del 3 maggio 1968, quando sulla pedana si esibì Jimi Hendrix, uno dei chitarristi dell’Olimpo della scena rock di tutti i tempi.
Per il Piper gli anni ’80 sono stati indimenticabili, anche per l’ascesa dello storico direttore del locale Mr. Franz, che con le sue infinite idee trasformava ogni serata in un evento speciale e unico.
“Una sera, dopo un meraviglioso concerto di Keith Emerson – ricorda Davide – Pino Daniele, senza aver detto niente a nessuno, salì sul palco al piano e cantò per un paio d’ore la sua musica. Uno dei momenti più belli della mia vita”. .
Dopo alcuni anni un po’ di alti e bassi, oggi il Piper Club continua a mantenere il suo spirito, unendo sei decenni di storia e muovendosi tra il più contemporaneo Clubbing e live indipendenti e pop, con un pubblico non solo di romani ma anche di stranieri.
Insomma, dopo 60 anni il Piper è ancora uno dei locali di riferimento in Italia e in tutta Europa, e l’augurio di tutti, frequentatori e non, è che continui ad attirare gente da tutto il mondo ancora per molto tempo.