Tutta l'Italia canta, poi domani ci pensiamo
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Tutta l'Italia canta, poi domani ci pensiamo

Gabry Ponte e la sua colonna sonora di questa settantacinquesima edizione.

Tutta l'Italia canta, poi domani ci pensiamo
Fonte: Ansa.it
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15 Febbraio 2025 - 21.10 Culture


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di Arianna Scarselli

Tutta l’Italia, letteralmente! L’edizione di questo Festival, con più ascolti di sempre e che ieri ha infranto il record di Auditel con uno share del 70,8% e 13.575.000 spettatori, é quella guardata da tutta l’Italia.

La sigla, firmata dal dj Gabry Ponte, apre una nuova era nella storia di Sanremo: ha preso il posto della vecchia e intramontabile Perché Sanremo è Sanremo, canzone di Sergio Bardotti e musicata da Pippo Caruso, che è stata simbolo del Festival dal lontano 1985.

Quasi un milione di stream da quando è stata pubblicata il 31 gennaio su Spotify, Tutta l’Italia sta scalando le classifiche e il ritornello è già impresso in maniera indelebile nel nostro inconscio.

Un bilanciato e giusto mix tra il folklore italiano e il beat elettronico che omaggia momenti chiave della storia italiana, come lo scandalo politico del 1993 e parafrasa canzoni simbolo del nostro Paese come Lasciatemi cantare di Cutugno che diventa “lasciatemi ballare”.

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Anche l’esibizione stessa di questa sera è caratterizzata da un’energia inconfondibile e riferimenti alla cultura musicale e alla danza del Sud Italia. 

Il dj, diventato famoso con gli Eiffel 65 con cui aveva cantato all’Ariston, torna sul grande palco dopo 22 anni con una canzone nata pensando ai grandi stadi e a un popolo unito a cantare e ballare senza troppi pensieri.

Gabry Ponte segna anche, probabilmente involontariamente, un ritorno agli ideali originali del Sanremo delle origini, il Festival della canzone italiana che, come ha dichiarato il maestro Beppe Vessicchio, oggi ha spostato l’attenzione più sui cantanti che sui pezzi. Il ritornello, quindi, con la sua unicità e il suo messaggio unisce e travolge davvero tutta l’Italia per questo Sanremo.

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