Geppi Cucciari e Mahmood: la coppia eclettica della quarta serata 

Lei tagliente come al solito, lui riservato ed elegante: un duo che ha spinto la quarta serata del Festival oltre lo stile consueto di quelle precedenti.

Geppi Cucciari e Mahmood: la coppia eclettica della quarta serata 
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15 Febbraio 2025 - 01.50 Culture


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di Marialaura Baldino

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La scelta di affiancare Geppi Cucciari e Mahmood a Carlo Conti si è rivelata convincente, offrendo al pubblico una serata di certo più leggera e meno impostata delle precedenti. È la serata delle cover, bellezza, quella che più di tutte scatena il pubblico in sala e quello a casa; quella che, anche se non vogliamo ammetterlo, serve a smuovere anche la più uggiosa sera di metà febbraio. 

La lingua tagliente e il sarcasmo di Geppi Cucciari non deludono, riescono addirittura ad avere uno spettacolo nei tempi precisi, e non in anticipo, come Conti tiene spesso – forse troppo – a precisare. Lei smonta, decostruisce e riassetta il taglio di quei pochi interventi personali (non chiamateli monologhi, per carità!) concessi agli ospiti. Stupisce non il suo estro polemico, che è il suo marchio di fabbrica, ma che le sia stata permessa qualche battuta di troppo, politica si intende. È sempre la sera delle cover, in fondo, dove tutto, o quasi tutto, è concesso.

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Se la Cucciari sferza il palco con la sua ironia, Mahmood si muove con più cautela. Il cantautore di successo e icona di stile torna all’Ariston in altre vesti. Un uomo di poche parole (almeno quando non canta): risulta, infatti, alquanto eclissato nel suo ruolo da co-conduttore dalla maestria della collega e dalla sua bravura da performer, con timidissimi interventi. Lo si vede comunque a suo agio: sorride, scherza, accenna battute, ma senza mai esporsi troppo. Forse per scelta, forse per timore di sbagliare. Avesse rischiato come rischia in musica sarebbe venuta fuori una grande spalla alla conduzione. 

Eppure, nel suo minimalismo comunicativo, Mahmood offre l’equilibrio perfetto alla tempesta comica della Cucciari. Icona di un’estetica contemporanea lui e regina dell’attacco frontale lei. Un contrasto che ha funzionato abbastanza e che ha reso questa quarta serata una delle più godibili di tutto il Festival. Non disperate, resta solo la Finale.

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