Al via Berlinale con "La Luce" di Tom Tykwer
Top

Al via Berlinale con "La Luce" di Tom Tykwer

Un'apertura tutta tedesca per la 75ma edizione con il film del regista di Lola corre e Babylon Berlin

Berlinale 75° edizione 2025
Berlinale 75° edizione 2025
Preroll

redazione Modifica articolo

15 Febbraio 2025 - 00.08 Culture


ATF

di Lorenzo Lazzeri

Un palcoscenico e una riflessione sulla nostra epoca hanno aperto la 75ma edizione della Berlinale, ieri sera, 13 febbraio. È stato The Light (La Luce) di Tom Tykwer ad accendere il Berlinale Palast, segnando il ritorno del regista tedesco al cinema in lingua madre e offrendo uno specchio impietoso sulle crepe del nostro tempo. Una scelta che porta la firma della nuova direttrice artistica Tricia Tuttle, subentrata a Carlo Chatrian e Mariëtte Rissenbeek, e che ribadisce il legame profondo del festival con il cinema impegnato, sociale, mai disgiunto dall’attualità.

Tykwer, autore di culto sin dal successo internazionale di Lola rennt (Lola corre, 1998), ha sempre mescolato spettacolo e riflessione. Con Cloud Atlas (2012), coraggiosa epopea corale realizzata con le sorelle Wachowski, ha esplorato l’interconnessione delle vite umane; con la serie Babylon Berlin (2017), ha immerso il pubblico nella Berlino degli anni Venti, tra fasti e abissi della Repubblica di Weimar. Stavolta, con La Luce, torna a un cinema più intimo ma non meno universale, declinando il tema dell’eredità generazionale tra crisi globale e disillusione privata.

Leggi anche:  Sanremo eclissa il cinema? 17 film per riaccendere la magia della sala questo weekend

Il film è un affresco familiare che si fa specchio della società contemporanea. I protagonisti sono gli Engels, una famiglia berlinese della classe media, apparentemente comune, ma attraversata da tensioni profonde. Milena (Nicolette Krebitz), impegnata in un progetto artistico in Kenya, e Tim (Lars Eidinger), pubblicitario ossessionato dall’immagine più che dalla sostanza, si confrontano con l’incomunicabilità e con il disagio dei loro figli adolescenti, Frieda e Jon, persi tra schermi, club e silenzi. A turbare ulteriormente l’equilibrio precario è l’arrivo di Farrah (Tala Al-Deen), rifugiata siriana dal passato misterioso, che porta con sé domande scomode e ferite mai rimarginate.

La pellicola si muove tra realismo e simbolismo, alternando sequenze oniriche e coreografiche a spaccati di vita domestica, tra le quali spiccano le furiose liti generazionali e gli sguardi muti, carichi di accuse inesprimibili. Centrale è il leitmotiv del tempo che scorre, scandito da una clessidra d’acqua e dalla pioggia incessante su Berlino, simbolo di un tempo storico che incombe e di un futuro che si sgretola.

Leggi anche:  "Tornando a Est" e quel muro di Berlino crollato solo fisicamente

Tykwer, anche co-autore della colonna sonora, affida alla musica il compito di attraversare i generi e le emozioni, passando da ritmi elettronici pulsanti a una struggente rilettura corale di Bohemian Rhapsody, eseguita dal piccolo Dio, figlio di Milena nato da una relazione precedente. L’irruzione del musical, cifra cara al regista, diventa qui espressione di sogni infranti e identità fluide.

Non manca la critica sociale: il film lambisce temi brucianti, dalla crisi migratoria al precariato lavorativo, dall’ipocrisia dell’attivismo performativo alla fragilità degli ideali progressisti. Eppure, se c’è un cuore pulsante in La Luce, è nella domanda che Tykwer stesso pone, parole nuovamente scandite dal suo protagonista: “Cosa abbiamo fatto? Dove eravamo, mentre il mondo cambiava?”. È un interrogativo che brucia, rivolto a una generazione che si scopre spettatrice delle proprie omissioni e che trova, negli occhi dei figli, il riflesso impietoso delle proprie colpe.

Con questa apertura, la Berlinale conferma la sua vocazione: essere uno specchio, spesso scomodo, del nostro tempo. E La Luce non è solo il titolo del film: è una richiesta, urgente, di vedere il mondo per ciò che è.

Leggi anche:  "Il seme del fico sacro": il mio inno d'amore per il popolo e il cinema iraniano

Maggiori dettagli sul film sono reperibili nel programma della Berlinale – Das Licht – The Light

Native

Articoli correlati