"The Gates": l'opera di Christo e Jeanne-Claude rivive grazie alla realtà aumentata

Dopo venti anni Central Park si tinge nuovamente di giallo grazie alla tecnologia. Organizzata anche una mostra presso il centro culturale The Shed a Hudson Yards.

"The Gates": l'opera di Christo e Jeanne-Claude rivive grazie alla realtà aumentata
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13 Febbraio 2025 - 17.47 Culture


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Il 12 febbraio 2005 Christo e Jeanne-Claude sorpresero milioni di newyorkesi trasformando Central Park in un mare giallo con la loro opera “The Gates”, attraverso oltre 7500 portali color zafferano situati lungo i 37 km del parco più importante di New York. A distanza di vent’anni quest’ultima verrà riproposta grazie alla realtà aumentata per mezzo dell’app Bloomberg Connects, lungo il versante orientale di Central Park all’altezza della 72/a strada e Cherry Hill. Contemporaneamente sarà visitabile la mostra “Christo and Jeanne-Claude: The Gates and Unrealized Projects for New York City” presso il centro culturale The Shed a Hudson Yards.

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La mostra, curata da Pascal Roulin e presentata in collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation, si svolge in due parti separate. La prima comprendente modelli, disegni e componenti dell’opera realizzata a Central Park mentre la seconda mostra una selezione delle proposte mai realizzate degli artisti per la Grande Mela, loro casa dal 1964 fino alla morte. Fino al 23 marzo sarà quindi possibile passeggiare per Central Park tra i portali gialli grazie alla realtà aumentata, assaporando quella che fu la più innovativa istallazione pubblica d’arte della città. All’epoca fu necessario il lavoro di centinaia di operatori per istallare le migliaia di portali alti quasi cinque metri e larghi altrettanto.

L’approvazione dell’opera richiese ben 26 anni: fu l’allora sindaco Michael Bloomberg a dare il consenso. Patti Harris, ceo di Bloomberg Philanthropies, durante una conferenza stampa ha dichiarato “Christo e Jeanne-Claude erano artisti brillanti e hanno lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno potuto osservare The Gates”. I visitatori ad accorrere furono milioni e ci furono entrate pari a 250 milioni di dollari. L’opera rappresentò anche una specie di ritorno all’attenzione per New York che non riguardasse l’attacco dell’11 settembre, che aveva monopolizzato le prime pagine dei giornali mondiali quando si parlava della città.

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Nella mostra al The Shed, oltre che sbirciare dietro le quinte di quello che fu il lavoro per The Gates, si possono scoprire anche gli altri progetti visionari che la coppia avrebbe voluto realizzare. Tra questi l’imballaggio di vari luoghi ed edifici icone della città, come ad esempio il Madison Square Garden, i Cloisters, il Whitney Museum e il MoMa, oltre a One Times Square, Abby Aldrich Rockefeller Sculpture Garden e City Bank Trust Company al civico 20 di Exchange Place nel Lower Manhattan.

Le loro opere di imballaggio, seppur non riuscirono ad essere realizzate negli Stati Uniti, presero vita in altre parti del mondo, compresa l’Italia. Nel 1968, in occasione del Festival dei Due mondi di Spoleto, venne imballata la Fontana di piazza del Mercato e il Fortilizio dei Mulini. Nel 1970 fu il turno del Monumento a Vittorio Emanuele II a Milano e nel 1974 Porta Pinciana a Roma. L’ultima istallazione in Italia fu “The Floating Piers”, che vide la posa di una passerella di 4,5 km sul Lago d’Iseo.

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