Sono solo canzonette fa sorgere tante riflessioni 

L’edizione disimpegnata e leggera del 2025 trova un nuovo grande sostenitore.

Sono solo canzonette fa sorgere tante riflessioni 
Bennato sul palco di Sanremo
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13 Febbraio 2025 - 21.11 Culture


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di Arianna Scarselli

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Per aprire la serata di giovedì è salito sul palco Edoardo Bennato con Sono solo canzonette: una pietra miliare della musica italiana. L’artista sale sul palco anche in occasione della messa in onda sulla Rai, la settimana prossima, del docufilm di cui è protagonista, un opera di Stefano Salvati intitolata proprio Sono solo canzonette. Il cantautore, mai concorrente del Festival ma ospite già in due occasioni, è tornato all’Ariston dopo due anni; l’ultima volta era stato nel 2023 assieme al Quartetto Flegreo che accompagnava Leo Gassman, artista in gara, per la serata duetti.

Dopo aver esordito come Trio Bennato con i fratelli Eugenio e Giorgio, Edoardo inizia a lavorare come solista e contemporaneamente si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano. La sua musica è fortemente influenzata dal rock’n’roll inglese e americano ma anche dalla musica classica, in particolar modo dalle sonorità di Gioacchino Rossini e dalle melodie tradizionali del Sud Italia.

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Fra i suoi brani più famosi L’isola che non c’è e Il gatto e la volpe ma sono tante le sue composizioni passate alla Storia. Conti ha annunciato la presenza di Edoardo Bennato dicendo che “cosi ci riporta un po’ con i piedi per terra”. Insomma, all’Italia anche per il cantautore napoletano servono canzonette da nulla, distrattori, e non testi impegnati. Fa strano che lo stesso autore di A cosa serve la guerra si pronunci in parole simili. 

Che poi come se Sono solo canzonette non dicesse nulla: il testo attacca il sistema delle case discografiche e questa è una critica che negli anni ha visto al centro dell’attenzione anche il festival di Sanremo stesso. Purtroppo stasera nemmeno questo messaggio è arrivato, fiaccato e spento dalle parole dell’autore stesso ormai ombra di quello che è stato.

E la critica sociale che fine ha fatto? La canzone denuncia anche la strumentalizzazione della musica da parte della politica che, ricordiamolo, è una cosa ben diversa dal portare un testo impegnato. Oggi viviamo in un paese dove alle ultime elezioni politiche ha vinto l’astensionismo, siamo sicuri che rifugiarsi in un’arte disimpegnata che volta le spalle alla politica e al presente sia la cosa giusta da fare? 

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Forse invece servirebbero più canzonette che denunciano la realtà in questo mondo dove la “grande politica” è tristemente troppo spesso occupata a lottare coi mulini a vento o intenta a dimenticare le vere necessità dei cittadini.

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