di Marialaura Baldino
Di questa 75esima edizione di Sanremo, oltre delle canzoni che ininterrottamente passeranno in radio nei i prossimi mesi, ci ricorderemo senza dubbio il mantra ripetuto, quasi con una punta di orgoglio, da Gerry Scotti: “Questo è il festival dei bravi ragazzi”.
Al suo debutto come co-conduttore in Rai accanto a Carlo Conti, Scotti non perde occasione per sottolineare quanto questa edizione della kermesse sia caratterizzata da giovani educati, talentuosi e con la faccia da “ragazzo della porta accanto”. Una ventata di buone maniere e sorrisi genuini che ha fatto brillare il palco dell’Ariston come se ospitasse una festa di fine anno del liceo più ordinato d’Italia, quasi a ricordare l’atmosfera degli anni Cinquanta tutta brillantina e gente à la page.
Certo, i protagonisti di quest’anno si distinguono per sobrietà (forse troppa) e talento, ma a Sanremo, si sa, c’è sempre spazio per qualche scintilla di trasgressione. Basta pensare a certi look futuristici, a qualche strofa al limite del consentito o ai siparietti social che stanno infiammando il dibattito post-serata (come l’urlo rivolto a Rose Villain che la definiva ‘na preta – una bella donna, parafrasando). Però, Gerry non ha tutti i torti: finora niente risse, niente eccessi plateali, niente scandali a sorpresa. Un Sanremo all’insegna del galateo e di quella compostezza che è, in fondo, la firma stilistica di tutte le conduzioni di Carlo Conti.
Insomma, più che Quei bravi ragazzi – quelli di Scorsese si intende – fatti di crimine e colpi di scena, qui ci troviamo davanti una versione musicale decisamente più soft, dove l’unico reato commesso sembra essere quello di qualche nota stonata del bionico Jovanotti e del sempreverde Ranieri. Se De Niro e Joe Pesci dominavano la scena con la loro spietatezza, qui il massimo dell’eversione è un look un po’ eccentrico della Clerici o qualche testo che, qua e là, gioca (anche male) con la retorica.
E mentre il pubblico sui social si divide sempre più tra chi apprezza questa nuova era di compostezza e chi rimpiange i tempi andati dei colpi di scena, rimane una certezza: quando Gerry Scotti parla, il pubblico annuisce. Perché chi meglio di lui può certificare la decenza dei concorrenti? Considerando anche la compostezza con la quale ha subito uno stacchetto dalla sua Co (solo per stasera) e rivale, Antonella Clerici, quando promuove The Voice su Rai2, mentre lui condurrà Io Canto su Mediaset.
Viene quindi da pensare che, in un’epoca in cui il caos regna sovrano e nessuno vuole assumersi né responsabilità né rischi, forse, il Festival dei Bravi Ragazzi è l’unico festival che davvero meritiamo.