Crêuza de mä ricantato in napoletano su idea di Annino La Posta e Dario Zigiotto
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Crêuza de mä ricantato in napoletano su idea di Annino La Posta e Dario Zigiotto

Nel progetto cantano tra gli altri Teresa De Sio, Gerardo Balestrieri, Enzo Gragnaniello, Maldestro, e Nuova Compagnia di Canto Popolare.

Crêuza de mä ricantato in napoletano su idea di Annino La Posta e Dario Zigiotto
Nuova compagnia di canto popolare
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31 Gennaio 2025 - 15.43


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di Giordano Casiraghi 

Abbiamo passato la notizia che Cristiano De André porterà al Festival di Sanremo la canzone Creuza De Ma, ma meno risalto ha avuto l’album intero  ricantato in napoletano da Teresa De Sio, Francesco Di Bella, Gerardo Balestrieri, Enzo Gragnaniello con Mimmo Maglionico, Maldestro, Nando Citarella, Nuova Compagnia di Canto Popolare. Un lavoro straordinario nato sullo spunto della ripresa del brano da parte di Teresa De Sio, che l’aveva pubblicata nell’album Tutto cambia del 2011. Poi Annino La Posta, scrittore e giornalista musicale, ha pensato di estendere questo importante processo linguistico a tutti i brani della scaletta musicale del disco, constatandone non solo la compatibilità ma anche l’arricchimento musicale che il napoletano conferisce alla fonetica delle canzoni.

Questo spunto è stato condiviso con Dario Zigiotto, collaboratore di artisti come Fossati, Jannacci e dello stesso De André, nonché organizzatore di eventi e di festival. Sono, poi, stati coinvolti la Fondazione De André, la cui Presidente, Dori Ghezzi, ha accolto con entusiasmo l’idea, rendendosi disponibile quale consulente del progetto; il Club Tenco e il Comune di Napoli, che ha adottato il progetto con entusiasmo permettendone la messa in scena. Nel corso dei due concerti al Maschio Angioino sono state registrate le sette tracce dal vivo che ora sono contenute nel disco.

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E pensare che il caro Dario Zigiotto se n’è andato chissà dove, giusto un anno fa, adorabile nel proporsi come ufficio di promozione insieme a Monica Passoni. Mi permetto di ricordarlo, divagando, perché è stata una bella persona, lui che aveva dato il via e aveva seguito per tutte le volte quella grande rassegna musicale di Villa Arconati. Dalle note di copertina di Annino La Posta: 

Il passaggio da un dialetto allaltro è avvenuto senza intermediazioni, giacché la presenza del dialetto esclude quasi sempre quella della lingua madre. Nel dialetto si nasce. Del dialetto si è, volente o nolente, figli. Il dialetto è la lingua del recondito che ci portiamo dentro anche quando non affiora alle labbra. Litaliano arriva dopo, quando per corrispondere con il mondo lo adattiamo alle nostre vite. Ma dentro litaliano si nasconde sempre un accenno, una sfumatura, un fondo di dialetto che ci tiene legati alle nostre origini e non ci lascia andare mai completamente. Così, quando litaliano suona, il dialetto echeggia profondamente. Finché in certi momenti, in certe circostanze della nostra vita, il dialetto ritorna con impeto e ci riporta di colpo dove siamo partiti. Se litaliano, dunque, ci serve per andare incontro al mondo, il dialetto ci permette di ritornare a casa.

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