Tropea Film Festival: ospiti internazionali per un rilancio culturale
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Tropea Film Festival: ospiti internazionali per un rilancio culturale

Emanuele Bertucci, ideatore e direttore del Tropea Film Festival: è un festival che può attirare il turismo internazionale in Calabria

Matt Dillon ed Emanuele Bertuccini al Tropea Film Festival - intervista di Alessia de Antoniis
Matt Dillon e il direttore artistico Emanuele Bertucci al Tropea Film Festival
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18 Settembre 2024 - 16.06


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di Alessia de Antoniis

“Il festival che non c’era adesso c’è”. Con questo claim lo scorso anno Emanuele Bertucci lanciò un progetto nel quale molti non hanno creduto: il Tropea Film Festival. Ospiti della seconda edizione appena conclusa Matt Dillon, Matteo Garrone, Ascanio Celestini, Marcello Fonte, Nunzia Schiano e Mimmo Calopresti, anche presidente di giuria.

La Calabria Film Commission sta facendo molto per la Calabria. La nuova fiction di Sandokan è girata quiracconta Emanuele Bertucci, ideatore e direttore del Tropea Film Festival –  E il Tropea Film Festival è un’occasione in più per far parlare della Calabria. Matt Dillon, Matteo Garrone, Madalina Ghenea si sono innamorati di questa terra. Se ognuno di noi, di voi, porta questo messaggio positivo, possiamo costruire una nuova narrazione della Calabria.

Come nasce il Tropea Film Festival? Che progressi ha fatto in un anno e che mission si è dato?

Non potevamo immaginare una città come Tropea, che ha dato i natali a Raf Vallone, non avesse un festival del cinema. Il primo problema era che Tropea, da diversi decenni, non ha più il cinema. La prima mission è riportare il cinema a Tropea: per la terza edizione Tropea avrà la sua sala cinema. Ma non volevo un festival da red carpet. L’obiettivo è un festival che lasci qualcosa sul territorio.

Tropea a livello turistico non ha bisogno di lanci. Cosa vuole portare a Tropea?

Di turismo c’è sempre bisogno, ma il mio obiettivo è riportare un po’ del jet set nazionale e internazionale che passa ma non si ferma. In Calabria si vedono passare gli yacht di lusso ma non attraccano, vanno in Sicilia. Armani ogni anno festeggia il suo compleanno qui, ma resta a bordo, in rada, godendosi le bellezze della Calabria da lontano.

Voglio portare a Tropea il turismo alto spendente che ora prosegue per la Sicilia. Tropea ha spiagge bianche lunghissime, un mare splendido, le Eolie di fronte. Il Tropea Film Festival può essere un richiamo per quel tipo di turismo, anche internazionale.

In un anno siamo cresciuti tantissimo. L’anno scorso mi rispondevano tutti di no. Quando ha accettato Pupi Avati, qualcuno ha iniziato a dire di sì. Quest’anno eravamo a Venezia a presentare il festival.

Quando sul palco ha detto che Tropea non ha un cinema, ho pensato alla scena di Nuovo Cinema Paradiso, quando viene demolita la vecchia sala. Forse bisogna tornare, soprattutto nei piccoli centri, a riaprire le sale per diffondere il cinema e per creare luoghi di aggregazione?

Da novembre a marzo Tropea non ha turismo, ma gli abitanti ci sono. I ragazzi ci sono. Per vedere un film devi fare circa cento chilometri. Tropea riavrà il suo cinema in associazione con una sala cinematografica di Catanzaro: saremo la sua seconda sala. Avremo i film in prima visione. Ma, siccome saremo nell’antico Palazzo di Santa Chiara, dove non sarà possibile avere tutte le attrezzature di un cinema moderno, il biglietto sarà a due euro.

La Calabria Film Commission sta recuperando terreno nei confronti di altre regioni che hanno sfruttato prima questa grande opportunità per creare indotto e il Tropea Film Festival è un esempio di questo rilancio.

Pensa di candidare Tropea anche come location per i set?

Assolutamente sì. Madalina Ghenea, la nostra madrina, ha confermato di avere spostato la location per uno shooting fotografico di una casa di gioielli di fama internazionale, qui a tropea. Matt Dillon ha scherzato sul palco dicendo che vuole comprare casa. Ho detto a Matteo (Garrone – nda): adesso rimani solo te e quello che puoi fare è girarci un film.

Cosa serve al Tropea Film Festival per crescere, anche in termini di infrastrutture? Un ponte non vi serve…

No, Tropea oggi è facile da raggiungere. L’alta velocità arriva a Lamezia e poi ci sono i nuovi treni regionali che ha voluto Domenico Scida, Direttore Business Intercity di Trenitalia, che sta facendo tanto per potenziare la flotta Trenitalia in Calabria.

Trenitalia è partner del festival di Taormina e del Tropea Film Festival e, per un piccolo festival appena nato, avere una brand come Trenitalia, che ha scelto noi insieme a un festival storico, vuol dire tanto. Il nostro è un festival che ha vicino la Calabria Film Commission e il supporto dell’amministrazione di Tropea.  

Per continuare a crescere ci auguriamo che ci sia vicino il Ministero. Il prossimo anno sarà la terza edizione e speriamo di aggiudicarci il bando per i finanziamenti. Finora abbiamo fatto tutto da soli. Auspichiamo anche di attirare brand nazionali che scelgano di sponsorizzare il festival, come sta facendo Trenitalia. Aziende che credano in questo festival e che decidano di investire su una nuova idea di Calabria. In un momento in cui tutti tagliano costi, abbiamo preso anche un ufficio stampa nazionale. Un festival rappresenta una forma di economia. Il cinema crea economia. E la Calabria può fare molto.

All’inizio mi hai chiesto quale fosse la mission del festival. Ti dico qual è la mia mission con questo festival: contribuire al rilancio di una regione che ha tanto da offrire: mare, montagna, laghi, storia, cultura, ottima cucina. Stiamo crescendo nell’audiovisivo grazie anche ai nuovi studios di Lamezia. Chi è venuto si è innamorato dell’ambiente che ha trovato e dell’accoglienza ricevuta. La mia mission è contribuire a creare un nuovo volto della Calabria e una regione da dove la gente non vada via, ma decida di restare o di venire a vivere a vivere.

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