di Giordano Casiraghi
Siamo alla conclusione di una Milanesiana alla venticinquesima edizione, anche quest’anno arrivata a coprire serate oltre i confini della città. Il 31 luglio la rassegna annuale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi ospita al Piccolo Teatro Paolo Grassi di Milano (Via Rovello, 2), l’appuntamento “La timidezza e la pace” con Adania Shibli, Vincenzo Latronico, Antonio Ballista, Bruno Canino. Quest’anno La Milanesiana ha avuto appuntamenti di letteratura, musica e mostre a St.Moritz, Venaria Reale, Ascoli Piceno, Cesano Maderno, Livigno, Bormio, Bergamo, Sondrio e addirittura Budapest. Ingresso gratuito con prenotazione a https://www.eventbrite.it/e/biglietti-adania-shibli-vincenzo-latronico-antonio-ballista-bruno-canino-925251049797?aff=ebdsoporgprofile.
Sul palco del Teatro Paolo Grassi mercoledì 31 avremo Adania Shibli, nata nel 1974 in Palestina. È autrice di romanzi, racconti, lavori teatrali, saggi. Il suo romanzo Masās (Dār al-Ādāb, 2002) è stato tradotto in italiano con il titolo di Sensi (2007). Shibli è anche impegnata nella ricerca accademica e nell’insegnamento e attualmente divide il suo tempo tra Berlino e Gerusalemme. Con lei dialogherà Vincenzo Latronico, nato a Roma nel 1984, che ha pubblicato quattro romanzi con Bompiani; l’ultimo, Le perfezioni (2022), è in corso di traduzione in tanti paesi ed è stato selezionato nella dozzina del Premio Strega.
Come concerto il pubblico milanese avrà occasione di ascoltare il duo pianistico Antonio Ballista e Bruno Canino. I due si preparano anche festeggiare i settant’anni di musica insieme. Il duo è considerato un grande punto di riferimento per le avanguardie nazionali e internazionali, hanno scritto per loro compositori come Berio, Stockhausen, Panni, Ligeti, Bussotti, Donatoni, Castaldi e Battiato.
Abbiamo raggiunto Antonio Ballista per farci raccontare i dettagli della partecipazione insieme a Bruno Canino.
L’intervista a Antonio Ballista
Antonio anche quest’anno lei è presente alla Milanesiana. Che programma farete a quattro mani?
Come ogni anno, perché Elisabetta Sgarbi sa che ogni volta viene proposto un costruito per l’occasione. Io e Bruno Canino presentiamo un incontro tra Alfredo Casella e Gustav Mahler, dei ritratti cinematografici, situazioni di guerra. Faremo quattro pezzi dalla settima sinfonia di Mahler e uno di Casella che si chiama Pupazzetti e ricorda quei manichini del futurista Depero. Casella che ha trascritto Mahler è stato il primo a dirigerlo in Italia, poi per cinque anni nessuno lo ha più fatto.
La eseguirete anche prossimamente?
Sì, ci stiamo preparando da mesi. Per niente semplice. Questo è solo un estratto di quello che eseguiremo in un festival in centro Italia. A quattro mani sullo stesso pianoforte con situazioni difficili da eseguire, qualunque nota la devi suonare in una situazione coatta, a volte devi suonare con un braccio alzato perchè magari c’è la mano dell’altro che sta suonando. Parti che a volte si sovrappongono, a volte suono con la sinistra scavalcando il corpo dell’altro. In pratica viene messo in difficoltà tutto quello che ho imparato negli anni a suonare bene il pianoforte. In questo festival umbro dedicato a Puccini e Mahler noi faremo i tre atti centrali sui cinque che compongono l’intera sinfonia.
Mentre sul piano personale quali altri appuntamenti a breve?
L’11 agosto partecipo alla XX edizione di Armonia della sera con Bach to Beatles, un programma originale che ho già presentato in più occasioni. È curioso che dopo una ventina di minuti il pubblico ha una percezione di uguale livello tra Bach e Beatles.
Lei ha conosciuto Franco Battiato, non ha mai pensato a un concerto con musiche sue?
Veramente, sempre per Milanesiana un paio d’anni fa al Conservatorio, abbiamo eseguito “Café Table Musik”, io e Lorna Windsor come soprano. Sempre con Windsor sono pronto a presentare un vero e proprio programma su Battiato dal titolo “I ritmi del cuore”, dove oltre a sue musiche come “Luna indiana” e “Cerco un giardino” presenteremo i leader che lui stesso aveva inciso nell’album “Come un cammello in una grondaia”. Album che contiene “Povera patria” che io stesso ho inciso agli Abbey Road Studio di Londra.