di Stefano Jacoviello
Con profonda tristezza l’Accademia Chigiana saluta l’amico William Orlandi, scenografo e costumista italiano fra i più apprezzati al mondo. Basti citare solo alcuni teatri in cui ha dato vita alle sue visioni, come la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Colon di Buenos Aires, l’Opera National e gli Champs Elisée di Parigi, il Covent Garden di Londra, la Deutsche Staatsoper e Staatsoper Unter den Linden di Berlino, il Liceu di Barcellona, l’Arena di Verona, l’Opernhaus di Zurigo, fino in oriente con il nuovo Teatro Nazionale di Tokyo e National Centre for the Performing Arts di Pechino. Aveva debuttato al Verdi di Trieste con L’ultimo selvaggio di Gian Carlo Menotti, e da allora ha stretto rapporti di intensa collaborazione con i più importanti registi della scena internazionale.
Negli ultimi anni Orlandi aveva dato un apporto fondamentale alla nascita del Chigiana Opera Lab, laboratorio nell’ambito del Chigiana International Festival & Summer Academy in cui una classe di giovani direttori d’orchestra, con altrettanti giovani cantanti, scenografi, light designer e registi, selezionati e già ampiamente qualificati, si misura sotto la guida di maestri prestigiosi con la produzione di uno spettacolo di teatro musicale. Circondato di allievi assistenti, nelle ultime estati chigiane Orlandi ha curato le scene e i costumi di “L’Occasione fa il ladro” (2021) e “Il Signor Bruschino” (2022) di G. Rossini e una trilogia verdiana con atti da “Rigoletto”, “Traviata” e “Falstaff” (2023). Insieme al regista Lorenzo Mariani, anche lui maestro del Chigiana Opera Lab, aveva progettato la realizzazione del “Don Pasquale” di G. Donizetti che andrà in scena a Siena al Teatro dei Rinnovati il 20 e il 22 luglio, con l’Orchestra Senzaspine e gli allievi di canto dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino diretti dagli allievi del corso di Direzione d’Orchestra tenuto da Daniele Gatti e Luciano Acocella.
«William Orlandi è stato un protagonista della sua generazione di artisti.» – dice il regista Mariani – «In questi ultimi quattro anni della sua vita si è dedicato con grande passione a un progetto centrale e significativo dell’Accademia Chigiana, che tipicamente forma giovani talenti. Mi auguro che Chigiana Opera Lab, progetto a cui lui ha contribuito generosamente, possa durare ancora a lungo per dare un seguito al suo lavoro. Appassionato di Siena, entusiasta dei giorni passati in questa città, provava per la Chigiana una forma di gratitudine. Spiritoso, intelligente, esteticamente qualificante, Orlandi era anche molto affettuoso. Attraverso le immagini che fabbricava era in grado di trasmettere una grande umanità, lo stesso atteggiamento che hanno i grandi musicisti».
Spesso al termine della giornata di lavoro a teatro lo si poteva trovare a un tavolino del ChigianArtCafè, nel cortile di Palazzo Chigi Saracini, attorniato di ragazzi seduti ad ascoltare aneddoti su una carriera costellata di incontri e collaborazioni con artisti del calibro di Giorgio Strehler. Storie raccontate sempre allegramente, con la cordialità di un amico. Ci mancherà William Orlandi. Ci mancheranno il suo sguardo concentrato e sicuro sulla scena teatrale, la capacità di guidare serenamente e con rispetto squadre di giovani appassionati, il suo modo di salutarci ogni volta con calore e con un sorriso.