Un anno fa moriva Silvio Berlusconi, ma i più giovani sanno chi è stato l'ex Cavaliere? La nostra indagine

i risultati a 'sorpresa' di una ricerca condotta dal nostro giornale tra gli studenti universitari senesi. Un breve commento ai risultati mostrati dall’inchiesta.

Un anno fa moriva Silvio Berlusconi, ma i più giovani sanno chi è stato l'ex Cavaliere? La nostra indagine
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12 Giugno 2024 - 09.34 Culture


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di Marialaura Baldino e Marcello Cecconi

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Mentre ancora si discuteva degli effetti che avrebbe provocato la scomparsa di Silvio Berlusconi, la redazione di Culture Globalist si è chiesta, visto il gran dibattito politico e sociale che il suo funerale stava scatenando, se la sua figura fosse ancora influente su quelle generazioni che non hanno vissuto in prima persona il periodo del “berlusconismo” e che si sono formati lontano dalla creazione di Finivest-Mediaset, né abbiano vissuto la sua scesa in campo in politica.  

I risultati sono sorprendenti e da prendere, perciò, in attenta considerazione, specie da coloro che si occupano di studi politici, ma anche da parte di coloro che indagano sui mutamenti sociali dell’Italia.   

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L’idea dell’inchiesta, suggerita dalla lettura di molta pubblicistica, era quella capire se gli effetti del suo leaderismo e della sua presa politica e sociale si fossero trasmessi o meno alle nuove generazioni. La vulgata tendeva, infatti, a presentarli come immuni da tale forma di influenzamento. Così abbiamo sguinzagliato i nostri redattori e redattrici a raccogliere opinioni tra i giovani (dai 18 ai 28 anni ) del nostro ateneo.

I risultati, che ora ci apprestiamo ad analizzare, forniscono un quadro che è sorprendente, proprio perché sfata alcuni dei luoghi comuni sui comportamenti, non solo elettorale, dei nostri giovani.  Le risposte ci dicono, ad esempio, che i giovani Berlusconi lo conoscono eccome e lo ammirano anche, alcuni di loro addirittura anelano il suo stile di vita e le sue scelte imprenditoriali.

Su un campione totale di quaranta intervistati, 19, compresi fra donne e uomini, provenienti da corsi di laurea in ambito comunicativo, ma anche giurisprudenza, medicina, storia e filosofia, con una grande maggioranza di studenti magistrali in strategie e tecniche della comunicazione, hanno dichiarato di ammirarlo come imprenditore, comunicatore, come presidente calcistico e anche per il suo stile di vita, non essendo però d’accordo con i suoi affari politici.

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Uno di loro, ha infatti affermato: ‘’Mille difetti, mille scandali, ma ne è sempre uscito pulito. Aveva un guizzo e un modo di fare fuori dal comune. E poi, diciamoci la verità, zio Silvio è stato sempre un vero un bomber. Era una leggenda’’.

Altri 8 intervistati hanno dichiarato di ammirarlo per tutto ciò che ha fatto, sia in campo politico che economico, anche riguardo i suoi affari privati, con affermazioni come: ‘’La sua figura ha segnato un’epoca, la cosiddetta “Era berlusconiana”, che porta il suo nome. Personalmente, ricorderò Berlusconi come un uomo con un ego smisurato, ma anche dotato di grande genialità e ironia’’.

O anche: ‘’Se ne va il politico migliore degli ultimi anni. È stato perseguitato dalla giustizia, ma alla fine si è sempre rivelato innocente. L’ho sempre reputato una persona perbene. Poi, ci sono gli ignoranti che vogliono dare sentenze, ma la storia ne darà prova’’.

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Alcuni di loro, invece, trovano il suo stile di vita geniale, creativo, simpatico, anche coinvolgente.

Tra questo gruppetto di intervistati, A.S., ventiquattrenne studentessa di Scienze politiche, ha risposto alle nostre domande con una lettera, scrivendo cosi a Berlusconi: ‘’Grazie per averci insegnato ad amare la vita, a credere sempre in noi stessi e nei nostri sogni, per i momenti splendidi vissuti con Forza Italia, per ricordarci che nella vita possiamo incontrare tanti avversari ma vanno trattati come tali, senza calpestarli trattandoli come nemici; che un amico anche se in esilio non si abbandona, perché l’amicizia ed il rispetto sono valori sacri che non possono mai essere messi in secondo piano’’.

Al contrario, un gruppo di 4 intervistati ha risposto ai nostri quesiti dichiarando di non ammirarlo affatto, disprezzando la sua politica, la sua linea imprenditoriale, aborrendo il suo stile di vita, rinnegando anche la scelta governativa dei funerali di stato.

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A.F, studentessa magistrale, ha così commentato: ‘’Penso che l’Italia pecchi profondamente di spirito critico e capacità di analisi sotto tutti i punti di vista. Non è una sorpresa, avendo un altissimo tasso di analfabetismo funzionale, che i cittadini si sentano rappresentati negli obiettivi di vita da un personaggio che è la prova schiacciante del fatto che l’impostazione fallocratica del mondo continui e persiste’.

Ammettono che la sua figura abbia segnato un’epoca, ma il modo con il quale ho ha fatto non lo apprezzano proprio. Così D. B., studente di Medicina: ‘’ Se si riuscisse ad andare oltre il personaggio, rimarrebbe una figura politica discutibile, tra processi, leggi ad personam e scandali, che ha rappresentato l’Italia all’estero per molti anni. Inoltre, nei suoi ultimi anni al governo ha lasciato solo macerie che ancora stiamo pagando e chissà per quanto altro tempo pagheremo’’.

C’è chi invece, senza giri di parole, afferma che la sua morte non ha nessun impatto sul nostro paese, perché la sua figura non è stata poi così influente come dicono alcuni, paragonandolo finanche al fenomeno Chiara Ferragni: ‘’È riuscito a cavalcare l’onda di qualcosa di nuovo, e questo attira, si sa, tante critiche. D’altra parte, è stato un personaggio abbastanza controverso’’.

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Una parola ricorre in molte di queste interviste ed è l’aggettivo “Controverso”, usato per interpretare la figura dell’ex premier in modo incerto, dibattuto, adoperandolo anche per smussare quelle che, agli occhi degli intervistati, sembravano delle criticità.

C’è, infine, un’ulteriore piccola considerazione da fare e cioè che sono gli intervistati di sesso maschile a essere maggiori tra coloro che lo amano; le intervistate, invece, segnano il numero più alto tra quelli che lo disprezzano. Sarà stato il ‘bunga-bunga’? Oppure i numerosi processi Ruby? O anche le tante politiche usate solo come vallette?

Dunque la Gen Z non è lontana e distaccata da Silvio Berlusconi: abbiamo dovuto ricrederci. Rispetto a luoghi comuni circolanti, specie a sinistra. Non solo lo conoscono, lo ammirano e valutano positivamente le sue azioni, ma sono veri e propri estimatori del berlusconismo, figli e diretti discendenti di quell’ottimismo imprenditoriale, del clientelismo politico, del lassismo e della dubbia morale democratica che, a quanto pare, non ha influenzato solo le generazioni precedenti.

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