L’immortale Bach chiude il MedRadioFest
Top

L’immortale Bach chiude il MedRadioFest

Quattro concerti per violino e orchestra di Bach hanno concluso la suggestiva kermesse musicale di Nocera Torinese

L’immortale Bach chiude il MedRadioFest
Preroll

Giuseppe Costigliola Modifica articolo

20 Maggio 2024 - 21.47


ATF

Borgo di origini antichissime in provincia di Catanzaro, Nocera Terinese è da anni l’affascinante scenario di una kermesse musicale giunta alla quinta edizione, il Mediterraneo Radio Festival, nato dalla facondia creativa di Filippo Arlia, direttore d’orchestra e pianista, che tra i numerosi meriti artistici e culturali annovera quello di guidare con la sua famiglia, in questa realtà lontana dall’“impero”, il Conservatorio Tchaikovsky, luogo di formazione umana prima che musicale.

Sotto la sua direzione artistica e la produzione di Raffaele Cacciola, in media partnership con Radio Rai 3 (che trasmetterà tutti i concerti), il MedRadiofest si è svolto nell’arco di oltre un mese con sei eventi musicali, tenuti nella suggestiva sede di un antico Convento dei Padri Cappuccini, struttura in pietra risalente al secolo XVI, luogo di meditazione e di studio salvato dall’incuria. Il programma, ricco e variegato, ha permesso un felice incontro tra affermati artisti della musica classica internazionale e giovani talenti, proponendo opere di Gabriel Fauré, Raffaele Cacciola, Giovanni Sgambati, Astor Piazzolla, Darius Milhaud, sino all’appuntamento conclusivo di sabato 18 maggio, che ha visto in scena il genio di Johann Sebastian Bach. I primi violini Ettore Pellegrino e Andrea Timpanaro, l’oboista Beatrice Spinelli, accompagnati dall’Orchestra Filarmonica della Calabria, hanno eseguito i Concerti in La minore per violino e orchestra BWV 1041, in Mi maggiore per violino e orchestra BWV 1042, in Re minore per due violini e orchestra BWV 1043, in Do minore per oboe, violino e orchestra BWV 1060, deliziando un pubblico attento e partecipativo.

Leggi anche:  La canzone “Never Too Late” anticipa l’uscita del documentario omonimo sulla vita di Elton John

La vicinanza agli esecutori, in pratica con l’azzeramento dello spazio che tradizionalmente li separa dall’uditorio, è stato un fattore decisivo per la fruizione della musica, che ne amplia il portato emotivo: si è letteralmente invasi dalle tensioni artistiche degli orchestrali, dagli sguardi “cospiratorî” che si lanciano, dai respiri, dal riverbero delle sensazioni. Ed è un autentico balsamo per l’anima vedere tanti giovani di talento concentrati su partiture così complesse, compresi nel loro ruolo di latori di un’arte immortale che li compenetra a fondo – si è spinti a guardare al futuro con una certa speranza. In concerti come questi l’attività di formazione del Conservatorio trova perfetta chiusa, concreta attivazione di un circolo virtuoso che lega maestri, allievi e appassionati di musica alla continua ricerca di momenti d’incontro artistico. Appuntamento, dunque, al prossimo anno per la sesta edizione del MedRadioFest.

Native

Articoli correlati