Nel 1935 l’Italia fascista, guidata dal dittatore Benito Mussolini, invase l’Etiopia. Un atto di aggressione condannato dalla comunità internazionale e che portò alla imposizione di sanzioni da parte della Società delle Nazioni. Per contrastare queste sanzioni e rafforzare il consenso popolare verso la guerra, il regime ideò la campagna “Oro alla Patria”.
La campagna “Oro alla Patria” fu una vera e propria truffa ai danni del popolo italiano. Presentata come un gesto di sacrificio patriottico, la raccolta di oro e argento, principalmente fedi nuziali, servì in realtà a finanziare la propaganda fascista e a nascondere i crimini di guerra commessi dall’Italia in Etiopia.
Le sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni non ebbero un impatto significativo sul finanziamento della guerra. Il regime fascista aveva già pianificato e finanziato il conflitto con altre risorse, come i bilanci statali e i prestiti bancari. La campagna “Oro alla Patria” servì però a rafforzare l’immagine di Mussolini come leader forte e patriota, e a presentare la guerra come una “necessità” per la nazione italiana.
Mentre il popolo italiano donava le proprie fedi nuziali, credendo di contribuire alla vittoria della patria, in Etiopia si consumavano atrocità. L’esercito italiano utilizzò armi chimiche, come il gas iprite, contro i civili etiopi, causando migliaia di morti e sofferenze indicibili. Furono inoltre commessi stupri, saccheggi e massacri di interi villaggi. Trecento mila etiopi furono uccisi.
I crimini di guerra italiani in Etiopia furono sistematici e brutali. Nonostante le prove evidenti, il regime fascista negò con veemenza le accuse e insabbiò i fatti. La propaganda ufficiale presentava gli italiani come eroi liberatori e gli etiopi come barbari selvaggi, giustificando così la violenza e la repressione.
La campagna “Oro alla Patria” fu quindi uno strumento di propaganda ingannevole utilizzato dal regime fascista per nascondere i propri crimini e manipolare l’opinione pubblica. Mentre il popolo italiano era invitato a sacrificare i propri beni per la “patria”, in Etiopia si consumava un genocidio.
La memoria dei crimini di guerra italiani in Etiopia non deve essere dimenticata. È importante ricordare le vittime e condannare le atrocità commesse dal regime fascista. Solo attraverso la verità e la giustizia è possibile costruire un futuro migliore.