“Meglio Stasera” con Stefano De Martino:  il fascino di uno splendido uomo del Sud
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“Meglio Stasera” con Stefano De Martino:  il fascino di uno splendido uomo del Sud

Entra dalla platea Stefano De Martino, tra il pubblico, inutile dire che è un ingresso che scatena la gara alla foto e alla curiosità di chi, alla prima al Teatro Brancaccio di Roma di “Meglio Stasera”, ha comprato con largo anticipo il biglietto

“Meglio Stasera” con Stefano De Martino:  il fascino di uno splendido uomo del Sud
Stefano De Martino
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Tiziana Buccico Modifica articolo

24 Marzo 2024 - 02.00


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Entra dalla platea Stefano De Martino, tra il pubblico, inutile dire che è un ingresso che piace, che coinvolge e scatena la gara alla foto e alla curiosità di chi, alla prima al Teatro Brancaccio di Roma di “Meglio Stasera”, ha comprato con largo anticipo un biglietto per l’Ex per eccellenza come ama definirsi con grande ironia dal palco, poco dopo. Sold out per un’artista che merita senza se e senza ma, tantissimi i volti noti dello spettacolo e tanta RAI: tra tutti il Re e l’ispiratore di De Martino, Renzo Arbore poi Paolo Bonolis, il coreografo e ballerino Garrison, Massimo Lopez, Stefano Coletta, Andrea Delogu, Lina Sastri e un’adorabile Imma Battaglia, moltissimi altri e altre, in un teatro strapieno ed entusiasta. È nata una stella, si è lui il futuro di una televisione che, come racconta dal palcoscenico, incorona solo quando si è già in età avanzata. Recita, presenta, racconta, balla e canta, insomma uno showman, bello e non poco, simpatico, spiritoso, ironico e attento al pubblico. 

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Altro che ex di Belen, ex ballerino di Amici, Stefano De Martino ha cancellato con la bravura, con la determinazione di chi studia, impara e ascolta i titoli scandalistici e poco generosi che hanno caratterizzato il suo inizio carriera, altro che gossip, De Martino ha talento. Padroneggia il palcoscenico, non sbaglia una battuta, senza intervallo, due ore piene di un giovane che ha la caparbietà di voler migliorare di sera in sera, e non si arrende, ha mille doti, è davvero un esempio per quei giovani che vogliono raggiungere il successo, lavorando senza fermarsi mai. 

Da Torre Annunziata con la voglia di riuscire nella vita, il fascino di uno splendido uomo del Sud, la vena partenopea aiuta, permettendogli di usare un italiano perfetto con un mix della lingua internazionale dello spettacolo: il napoletano.

Ditemi cosa vi aspettate da me?”, questo il suo incipit, la risposta è un artista completo, che ha alleggerito le vite del pubblico con monologhi divertenti, con musica, canzoni e coreografie, con la leggerezza e il sorriso di cui tutti noi abbiamo bisogno, una serata spensierata, applaudendo un bell’uomo, la bellezza di chi ama il suo lavoro e che si sente fortunato nell’aver realizzato un sogno.  Un repertorio vario, cantando con una voce che di spettacolo in spettacolo diventa più piacevole, ballando con disinvoltura e maggiore consapevolezza. Molti dei suoi monologhi sono tratti o ispirati da storie della sua vita, da episodi che hanno segnato la sua carriera. Un omaggio continuo alla sua famiglia, alla sua terra e alla sua mecenate Maria De Filippi, il suo grazie a chi ha creduto in lui sin dall’inizio. Nei suoi testi è presente anche suo figlio e la sua vita quotidiana, con la battuta pronta di chi nella vita non ha ricevuto sconti ma ha preso tutto con il sorriso e la filosofia fatalista tipicamente partenopea. 

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Bravo anche a coinvolgere il pubblico, scendendo altre due volte in platea, un modo per essere  senza il filtro delle luci,protagonista, un modo per ridurre la distanza, per creare un contatto diretto, per non dimenticare che gli applausi si conquistano. 

Chiude lo spettacolo con una performance canora saltando da un lato all’altro del palco cantando “Malafemmena” e “Perdere l’amore”, insomma un triplo salto mortale, riuscito.  Salutando il pubblico con le belle le parole di un maestro come Lucio Dalla, indirizzandole ai giovani:” L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”. Tanti applausi, tanti sorrisi, tanta gratitudine per aver dimenticato per qualche ora i problemi, le guerre, il traffico, e le miserie umane. Fuori al Brancaccio tutti ad aspettarlo davanti all’uscita di servizio, per un grazie, un mazzo di fiori, un sorriso e un a presto ovunque sia in teatro o in televisione, perché Stefano De Martino non ha bisogno più di prefissi.

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