L’arte in rivolta contro il femminicidio
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L’arte in rivolta contro il femminicidio

Il progetto culturale “Amori rubati” della scrittrice Dacia Maraini e dell’attrice Federica Di Martino ha in programma numerose iniziative artistiche contro la violenza di genere, con le attrici Arianna Ninchi e Silvia Siravo

L’arte in rivolta contro il femminicidio
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Giuseppe Costigliola Modifica articolo

20 Novembre 2023 - 00.32


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L’ennesimo caso di femminicidio, l’assassinio di Giulia Cecchettin da parte dell’ennesimo “bravo ragazzo”, non finisce di scuotere le coscienze di un corpo sociale che al puntuale verificarsi di tali mostruosità si scandalizza, s’indigna e altrettanto puntualmente dimentica. Nel buio confuso delle decisioni da prendere per sradicare la violenza di genere, enorme problema che mina alle radici un Paese – un mondo – che si considera civile, è ormai chiara almeno una cosa: non soltanto lo Stato, la scuola, la famiglia devono sensibilizzare cittadini, studenti e figli, ma ciascuno deve attivarsi per mutare il modo di pensare e considerare l’universo femminile.

In questo enorme impegno comunitario anche l’arte e lo spettacolo devono fare la loro parte. Ed alcune artiste la fanno, come quelle che hanno dato vita ad un composito progetto culturale, dall’indicativo nome “Amori rubati”, che si pone un obiettivo ambizioso: a nessuno deve essere più rubato l’amore. Il progetto di concretizza in una rassegna di teatro, performance, incontri, informazione, nell’ottica dell’informazione e della condivisione. Va avanti dal 2021, quando, in occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Effimera S.r.l promosse una settimana di incontri con alcune delle protagoniste di questa lotta, col proposito di raccontarla attraverso una diversità di forme e di punti di vista. Ma il primo tassello di questa lodevole rassegna risale al 2013, con la collaborazione di due artiste da sempre schierate in prima fila, l’attrice Federica Di Martino (cofondatrice di Effimera s.r.l, in questi giorni anche impegnata con il marito Gabriele Lavia nello spettacolo teatrale Un curioso accidente di Carlo Goldoni) e la scrittrice Dacia Maraini, che idearono e allestirono lo spettacolo Cronaca di un amore rubato, interpretato da Di Martino e tratto dal racconto “Cronaca di uno stupro di gruppo”, contenuto nella raccolta L’Amore rubato di Maraini.

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La rassegna è giunta alla terza edizione e quest’anno verranno messi in scena altri quattro racconti di Dacia Maraini, anch’essi tratti da L’Amore rubato e adattati per il palcoscenico dalla stessa scrittrice. Altre quattro storie di violenza, emblemi della tragedia di Giulia Cecchettin e di tanti, troppi fatti di cronaca che insanguinano le nostre coscienze. Alla storia di Francesca, la vittima protagonista di “Cronaca di un amore rubato” cui abbiamo assistito nelle scorse edizioni, si aggiungeranno le storie di Giorgia (tratta dal racconto “Lo stupratore premuroso”) a cura di Silvia Siravo, in scena dal 21 al 26 novembre al Teatro di Documenti di Roma; Angela (tratta da “La notte della gelosia”), interpretata da Federica Restani e organizzata dall’associazione Ars. Creazione e Spettacolo, in scena il 26 novembre allo Spazio Studio Sant’Orsola di Mantova; Marina (tratta dal racconto “Marina è caduta per le scale”) a cura di Lorenza Sorino e che sarà rappresentata il 25 novembre al Cinema Teatro Pacifico di Sulmona e il 28 novembre al Cinema Auditorium Zambra di Ortona; infine, Anna (tratta dal racconto “Anna e il Moro”) interpretata da Viola Graziosi, prevista per il 9 dicembre al Teatro Fellini di Pontinia. Quest’ultimo teatro ospiterà anche l’allestimento di “Ne M’Oublier Pas”, ispirato alla vita di Zelda Sayre, moglie dello scrittore americano Francis Scott Fitzgerald, curato da Clemente Pernarella e interpretato da Melania Maccaferri.

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E non finisce qui: presso l’Auditorium del Palazzo delle Esposizioni di Roma spettatori e persone interessate potranno incontrare Dacia Maraini, e nell’arco di tre giornate (14-15 e 16 dicembre) andranno in scena “Anna”, “Giorgia”, “Angela”, “Marina” e “Francesca”, spettacoli per la prima volta riuniti in una sorta di final work espositivo. L’incasso delle serate al Palazzo delle esposizioni sarà devoluto ad un’associazione in via di definizione.

Le performance saranno precedute dalla lettura di un testo, “Musa e Getta”, un format al femminile curato da Arianna Ninchi e Silvia Siravo, con cui si intendono celebrare donne che hanno vissuto accanto a grandi uomini, nonché uomini che hanno vissuto accanto a grandi donne, nell’intento di presentare la donna non più come figura secondaria celata dietro al mondo maschile, bensì quale modello da cui trarre ispirazione. Le letture a Roma, Ortona e Pontinia saranno affidate all’attrice Arianna Ninchi.

Da segnalare ancora, nel fecondo intersecarsi di arti visive differenti proposto da Effimera, che il Teatro di Documenti accoglierà una mostra allestita dalla direttrice Carla Ceravolo, che porta avanti l’arte e la poetica del grande scenografo e regista Luciano Damiani con peculiare attenzione alla tematica femminile. L’incasso della rassegna sarà devoluto ad AMLETA, un’associazione di promozione sociale che si prefigge come scopo il contrasto della disparità e della violenza di genere nel mondo dello spettacolo, elemento non sempre considerato in sede critica.

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Insomma, l’arte impegnata ci ricorda e sottolinea con vigore il diritto a non avere paura di nascere donna.

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