Parole controcrrente di un grande artista impegnato sul sociale. «Tutti hanno diritto alla protezione del diritto internazionale e tutti hanno gli stessi diritti umani. Credo che Antonio Guterres, segretario generale della Nazioni unite, abbia fatto un discorso molto saggio. Vale a dire che la barbarie del 7 ottobre contro Israele è sicuramente un crimine di guerra, ma crimini di guerra sono anche i bombardamenti su Gaza e sui suoi civili. Un attacco, quello dei palestinesi poi che non è nato dal vuoto, ma all’interno di un contesto ben preciso. Sono cento anni che i palestinesi subiscono ogni tipo di oppressione e di attacchi e da più di 50 anni la Cisgiordania è occupata dai coloni. La terra palestinese è stata rubata e Gaza è la più grande prigione a cielo aperto».
Così a Roma il regista britannico Ken Loach dopo la proiezione stampa al cinema Troisi di The Old Oak, già in concorso a Cannes e nelle sale italiane dal 16 novembre distribuito da Lucky Red.
Mentre sul film dice: «Mi scuso lo avremmo dovuto realizzate prima.Tutto nasce da una domanda: come delle persone buone possano diventare ostili verso persone ancora piu vulnerabili di loro? I minatori una volta avevano il sindacato piu forte la più ampia coscienza politica, ma sono stati distrutti da Margaret Thatcher e questa comunità si è gradualmente disintegrata».
The Old Oak, il titolo del film, si riferisce a un vecchio pub semi abbandonato di un villaggio del nord-est dell’Inghilterra. Un paesino le cui miniere sono state chiuse e i giovani stanno abbandonando la terra. Ãê così che quella che un tempo era una fiorente comunità, si ritrova piena di rabbia, risentimento e senza un briciolo di speranza per il futuro. Qui però le case tornano disponibili e a un prezzo economico, offrendo un posto sicuro ai rifugiati siriani giunti in Gran Bretagna negli ultimi anni. Ma come saranno accolti i siriani dalla gente del posto? E soprattutto che ne sarà di The Old Oak, l’ultimo pub del villaggio?
«Il partito laburista oggi – sottolinea il regista della classe operaia due volte Palma d’Oro, per The Wind That Shakes the Barley del 2006 e I, Daniel Blake del 2016 – ormai non è un partito per il lavoro (dice facendo un gioco di parole) e porta avanti ormai le stesse politiche dei Tories. Trai due partiti ormai non c’è nessuna differenza. Non si parla di povertà e sfruttamento, ma solo di fermare le barche che attraversano il canale mentre il sistema sanitario va a pezzi».
Ma da parte di Loach ce n’è pure per l’ltalia. E se glissa alla domanda sulla legittimità del possibile intervento del ministro Salvini contro lo sciopero dei trasporti di venerdì, «dovrei conoscere meglio i dettagli per poter dire qualcosa fermo restando il diritto dei lavoratori a scioperare», si spende di più sull’emigrazione verso il nostro Paese e la Grecia: «Voi ricevute molti più migranti rispetto a noi ed è stato vergognoso il modo in cui l’Europa se n’è lavata le mani, una cosa che mostra una volta di più che l’Unione Europea non c’è davvero».
Domani Loach sarà a Roma per visitare il palazzo occupato in via di Santa Croce in Gerusalemme dove incontrerà gli abitanti che rischiano di essere sgombrati in un appuntamento che sarà «aperto a tutta la città».
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