di Giordano Casiraghi
Rimarrà aperta fino al 1 aprile 2024 la mostra fotografica di Guido Harari alla Fabbrica del Vapore di Milano, allestita in un suggestivo percorso espositivo nell’Ala Messina con più di 300 fotografie, oltre a filmati originali, proiezioni e incursioni musicali, un’audioguida e incontri con l’autore. Alla presentazione erano presenti Maria Fratelli, direttore dell’Unità Progetti Speciali de la Fabbrica del Vapore, Bruno Sconocchia appena nominato presidente di Assoconcerti, Alberto Rossetti curatore della mostra e ovviamente Guido Harari che nel corso di una ormai lunga carriera, di giornalista prima e fotografo poi, è entrato nel mondo della musica internazionale come nessun altro in Italia. Tante cose compongono il mondo di Guido ed è subito evidente che il suo approccio ai personaggi che ha immortalato è qualcosa che va oltre il rapporto tra artista e fotografo. Per avere a disposizione l’artista, come lui mostra nelle sue foto, è immaginabile una relazione di stima e fiducia reciproca, fino a sfiorare la sfera dell’amicizia. Guido c’è riuscito. È riuscito a far diventare la sua passione un mestiere, anche se all’inizio c’era solo l’impeto della passione, che l’ha spinto una volta a intervistare i Rokes, quelli di È la pioggia che va, e siamo ancora nei Sessanta.
Riguardando Gaber Jannacci e Fo
Seduto al tavolo della presentazione, quando Guido prende la parola non riesce ad andare avanti molto a parlare. Dietro di lui una gigantografia che mostra insieme Gaber, Jannacci e Fo in gran forma, con quella energia che gli abbiamo visto esprimere nei vari spettacoli. Così appena Guido accenna a questa foto, che è il manifesto dell’intera mostra, la voce gli si strozza in gola. E ha bisogno di un certo tempo per riprendersi. Sì, è opera sua, gli viene certamente da pensare, in quella Milano dove per tanto tempo ha esercitato l’arte della fotografia. Su Gaber e De André ha realizzato due magnifici libri fotografici, quello su Fabrizio è il suo primo per Rizzoli: Una goccia di splendore, 2007 e non poteva anche stavolta affidarsi a un grande editore per la realizzazione di un libro antologico con le sue foto più rappresentative, quelle della mostra alla Fabbrica al Vapore. Il grande volume edito da Rizzoli Lizard consta di 432 pagine,Remain In Light, con oltre 500 illustrazioni. Così, dopo aver promesso un libro anche su Dario Fo, Harari ci porta al primo piano dove inizia il percorso della mostra, con un’anteprima che raccoglie quello che è stato il suo mondo prima di diventare professionista. Ecco allora una grande parete con tutto quello che l’ha sedotto e influenzato, si vedono immagini di Beatles, la mucca di Atom Heart Moter, Bon Dylan, Janis Joplin, Animals, Doors, Hendrix, Jefferson Airplaine, le locandine dei film Easy Rider, Barbarella, Il laureato e tantissimo altro.
La caverna magica
L’esposizione si apre con una istallazione speciale dedicata a Milano, ai grandi personaggi dell’arte, della cultura e della società milanese che Harari ha incontrato nel corso dei suoi 50 anni di carriera. Nella mostra sarà inoltre allestita la “Caverna magica”, uno speciale set fotografico dove Guido Harari realizzerà ritratti (su prenotazione on line). Oltre alla stampa originale, che lui stesso firmerà e consegnerà a chi sarà ritratto, una seconda stampa verrà esposta – in tempo reale – nella sezione che chiude la mostra, Occhi di Milano, una sorta di “mostra nella mostra” che si popolerà via via degli sguardi della città. E per rappresentarli tutti, Harari realizzerà dei “ritratti sospesi” ai milanesi “meno fortunati” nella Casa dell’accoglienza “Enzo Jannacci e in altre strutture di assistenza. Anche questi “ritratti sospesi” andranno ad aggiungersi al grande mosaico degli Occhi di Milano.
Non solo musica
Oltre a personaggi legati alla musica e allo spettacolo Gli incontri del cuore: lunghe frequentazioni e collisioni isolate hanno spinto Harari ad allargare gli orizzonti della propria passione oltre l’ambito della musica. Alla mostra sono raccolti, tra gli altri, José Saramago, Wim Wenders, Shirin Neshat, Richard Gere, Pina Bausch, Greta Thunberg, Luis Sepulveda, Amos Oz, Zygmunt Bauman, Allen Ginsberg, Gregory Corso, Hanna Schygulla, Lindsay Kemp, Ute Lemper, Daniel Ezralow, Alejandro Jodorowsky, Noa, Mikhail Baryshnikov, Frank O. Gehry, Robert Altman, Jean-Luc Godard, Madre Teresa e altri.
La mostra propone anche una sezione dedicata a una passione parallela che Harari chiama “fotografia senza macchina fotografica”, oltre che occasioni di incontri vecchi e nuovi (in questo contesto vanno inserite le biografie illustrate dedicate a Fabrizio De André, Fernanda Pivano, Mia Martini, Giorgio Gaber e Pier Paolo Pasolini), e un’altra dedicata a immagini inedite “di ricerca” che Harari va realizzando da qualche anno come sua personale forma di meditazione in progress.
La musica che mi gira intorno
Al centro di una sala immersiva prende vita la dimensione propulsiva dei concerti, con artisti come Bowie, Queen, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Bob Marley, Pink Floyd, Paul McCartney, Rolling Stones, Miles Davis, Led Zeppelin, Prince, Neil Young, Nirvana, Police, Michael Jackson, Tina Turner.
Alle pareti i ritratti dei musicisti del cuore, tra cui Tom Waits, Lou Reed e Laurie Anderson, Jeff Buckley, George Harrison, Keith Richards, Eric Clapton, Patti Smith, Peter Gabriel, Frank Zappa, Kate Bush, i Clash, Joni Mitchell, Leonard Cohen, Nick Cave, Iggy Pop, Van Morrison.
Le eccellenze della canzone italiana d’autore, le grandi signore della musica italiana, la primavera dei gruppi indie, completano il viaggio attraverso la musica: da Paolo Conte a Franco Battiato, Fabrizio De André, Vasco Rossi, Lucio Dalla, Ivano Fossati, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Pino Daniele, Mia Martini, Alice, Milva, Elisa, Gianna Nannini, Caterina Caselli, Antonella Ruggiero, Francesco Guccini, Vinicio Capossela, Francesco De Gregori, Litfiba, C.S.I.
Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00, Tutti i venerdì dalle 10,00 alle 22,00. Biglietto intero 13€. info Sito Web