Jim Morrison, poeta maledetto: il 3 luglio del 1971 la fine del musicista e l'inizio del Mito
Top

Jim Morrison, poeta maledetto: il 3 luglio del 1971 la fine del musicista e l'inizio del Mito

Nacque in Florida 8 dicembre del 1943 e presto divenne la grande voce dei Door's. Morì giovanissimo, protagonista di una musica poetica e immortale.

Jim Morrison, poeta maledetto: il 3 luglio del 1971 la fine del musicista e l'inizio del Mito
Jim Morrison
Preroll

redazione Modifica articolo

3 Luglio 2023 - 11.31


ATF
di Antonio Guida*

Il 3 luglio del 1971 moriva Jim Morrison, in circostanze non ancora del tutto chiarite. La leggende del rock, leader e anima dei The Doors, fu ritrovato nel bagno della casa di Pamela, sua fidanzata all’epoca, a Parigi. Nell’anniversario della sua scomparsa, pubblichiamo un pezzo scritto per noi da Antonio Guida, critico musicale.

L’8 dicembre è appena passato, e pochissimi hanno ricordato che fu un 8 dicembre, che a Melbourne(Florida) nacque James Douglas Morrison, Jim: la grande voce dei Doors, uno dei più grandi ribelli nella storia della musica. L’anniversario ricorda dunque l’inizio di una breve vita, conclusasi in circostanze mai del tutto chiarite, a Parigi nel 1971. Come accade per i più grandi, se esprimono il loro tempo, esprimono contenuti che vanno oltre il tempo: la vita, la musica e la poesia di Jim Morrison sono state un manifesto continuo di ribellione profonda, di chi “non ci sta”, di chi continua a far musica e poesia invece di perseguire solo il facile successo (e quanti “ribelli” da palcoscenico televisivo ci sono oggi?).

Leggi anche:  Il “nuovo” Omar Pedrini, fra teatro-canzone e ricerca della felicità

Musica e poesia, suoni “maledetti” e poesia “maledetta”: è stata la vita di Jim. Si laurea in tecnica cinematografica, si dedica alla lirica dei simbolisti e a quella che la critica ufficiliale emargina, alla beat generation. Incontra il tastierista Ray Manzarek, il chitarrista Robby Krieger, il batterista John Densmore, forma i Doors (“Le porte”. -“Se le porte della percezione fossero purificate, tutte le cose apparirebbero agli uomini come sono veramente: infinite”.

Una poesia del “maledetto” William Blake lo ispira per il nome del gruppo. E’ il ’67 quando viene pubblicato il primo album: un vero classico, da subito, del rock psichedelico venato di blues e da una voce straordinaria.. I Doors diventano proverbiali cantori della cultura rock della beat generation, i concerti sono il manifesto sonoro di una vita ribelle, Jim Morrison diventa un mito. Non mancano naturalmente i problemi con la giustizia, gli arretsi per oscenità in concerto: la vita di Jim è il manifesto della sua poesia.

Leggi anche:  George Harrison e i 50 anni di “living in the material world”, disco spirituale e intimista

E la sua morte è misteriosa, come accade spesso ai “maledetti”. Jim Morrison muore a Parigi in circostanze mai chiarite, muore a 26 anni come Janis Joplin, Jimi Hendrix, Brian Jones: sarebbe stato trovato nella vasca da bagno nella casa in cui alloggiava dalla fidanzata Pamela che sarebbe morta dopo per overdose. Ci fu chi dichiarò che il decesso era avvenuto altrove, altri hanno scritto che quell’anno la Cia voleva far sparire tutti questi ribelli che davano fastidio per la guerra in Vietnam. altri ancora hanno scritto che Jim avrebbe voluto scappar via e cambiare vita. La morte. Jim aveva scritto: -Voglio sentire il sapore, voglio annusarla. La morte viene una volta sola, giusto? Non voglio mancare all’appuntamento”-. Quale che sia la verità la poesia e la musica di Jim Morrison non hanno bisogno di patetici revival, non hanno tempo come i capolavori.

Native

Articoli correlati