Era il 19 aprile 1937: il regime fascista varò la prima legge di 'tutela della razza'

Le leggi razziali di Mussolini in Italia hanno avuto come primo capitolo il Regio Decreto Legislativo del 1937, denominato “Sanzioni per i rapporti d'indole coniugale tra cittadini e sudditi”. Mussolini voleva vietare il matrimonio misto con gli africani

Era il 19 aprile 1937: il regime fascista varò la prima legge di 'tutela della razza'
Benito Mussolini
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19 Aprile 2023 - 09.38


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Era il 19 aprile 1937 quando in Italia viene varata la prima legge “di tutela della razza” promulgata dal regime fascista. Il Regio Decreto Legislativo numero 880 era riferito in particolar modo a tutti gli italiani che vivevano nelle colonie italiane in Africa, Somalia, Eritrea, Etiopia e Libia.

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Le leggi razziali di Mussolini in Italia hanno avuto come primo capitolo il Regio Decreto Legislativo del 1937, denominato “Sanzioni per i rapporti d’indole coniugale tra cittadini e sudditi”. Con questo decreto l’Italia intendeva vietare il matrimonio misto e la pratica del “madamismo”, ovvero il concubinaggio con donne africane.

 Il decreto 880 rappresentò l’apice della campagna razzista del regime nei confronti degli abitanti delle colonie. Il regime da anni esaltava la superiore purezza della razza italiana, messa a confronto con tutte le altre razze considerate inferiori. Nei confronti dei matrimoni misti e dei figli nati da questi matrimoni, il regime fascista si focalizzava essenzialmente su due elementi: l’assoluta necessità di una “politica demografica”, che salvaguardasse la razza bianca, e il problema della denatalità, che per Mussolini rappresentava una delle piaghe principali del Paese.

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Dopo una serie di misure via via sempre più restrittive nei confronti dei figli di matrimoni misti e contro le popolazioni locali, si arrivò infine al decreto 880. Gli italiani che si macchiavano della colpa di concubinaggio con una donna africana o, peggio ancora, di matrimonio rischiavano da 1 a 5 anni di reclusione, in quanto commettevano il delitto biologico di “inquinare la razza” e il delitto morale di “elevare” la donna indigena al proprio livello, perdendo così il prestigio che derivava dall’appartenenza alla razza superiore.

Fu proprio questo decreto ad aprire la strada alle leggi razziali contro gli ebrei promulgate nel 1938. Le stesse motivazioni pseudo scientifiche date per il decreto 880 furono poi riutilizzare per motivare le leggi razziali.

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