Che la città di Torino sia uno dei centri più importanti in Europa e nel mondo quanto a cultura egizia non è di certo cosa nuova, ma che questa sua posizione continui a consolidarsi nel tempo non è affatto scontato. Infatti, proprio in onore dell’apertura al Cairo del nuovo GEM, Grand Egyptian Musem, è previsto un ripensamento e riallestimento delle sale del Museo Egizio di Torino.
In Egitto l’apertura del centro, che dovrà ospitare i cimeli della tomba di Tutankhamon, è prevista per la fine dell’anno mentre nella città della Mole si dovrà aspettare l’ottobre del 2024 per il completamento del restauro, ideato anche in vista del bicentenario della fondazione del Museo Egizio. “I tempi sono cortissimi – afferma Christian Greco, direttore della galleria – noi vogliamo essere pronti per il 6 ottobre 2024 quando festeggeremo il bicentenario. Quindi ci aspettano 20 mesi di fretta”.
Un progetto, frutto di un lavoro intenso e dispendioso, che metterà in contatto le varie istituzioni museali di cultura egizia. Londra, Berlino, Leiden, Parigi, Il Cairo e Torino collaboreranno, pertanto, per il rilancio di quella che Greco definisce “la culla di tutti i musei”.
Egli, infatti, ha anche riferito come sia “importante capire che la base di tutto rimane piazza Tahrir”. Come ha sottolineato lo stesso direttore, è proprio lì che si trovano e resteranno l’importante statua del faraone Djoser, l’unica che conosciamo di Cheope, quella di Chefren seduto in trono, quella di Kefren con il falco di Horus e poi la nota triade di Menkaura.