In memoria della partigiana Natalina Vacchi, impiccata e vilipesa dai fascisti

Fu staffetta partigiana a Ravenna e responsabile dei servizi sanitari. I fascisti la impiccarono e lasciarono il corpo appeso al Ponte degli Allocchi

Natalina Vacchi
Natalina Vacchi
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25 Agosto 2018 - 08.56


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Il 25 agosto del 1944 fu uccisa a Ravenna, al Ponte degli Allocchi, la partigiana Natalina Vacchi, conosciuta come Lina o La Bionda, entrata a far parte della Resistenza l’anno prima, nel 1943. 

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Natalina era operaia nella fabbrica Callegari e fu grazie al suo impegno politico che gli scioperi del marzo/maggio del ’44 ebbero successo. Quando entrò nella Resistenza fu staffetta partigiana e responsabile dei servizi sanitari della Brigata Terzo Lori ed è ricordata anche perché salvò il partigiano Arrigo Boldrini, che aveva appena tenuto un comizio antifascista davanti alla questura e stava per essere arrestato: Natalina lo caricò sulla sua bicicletta e riuscì a portarlo in salvo. Fu lei che, sempre nel 1944, indicò a Umberto Ricci (nome in codice Napoleone) il brigatista nero Leonida Bedeschi, che fu ucciso dallo stesso Ricci. Fu arrestata insieme ai partigiani Domenico Di Janni (30 anni), Augusto Graziani (19 anni), Mario Montanari (29 anni), Michele Pascoli (39 anni), Raniero Ranieri, Aristodemo Sangiorgi, Valsano Sirilli (28 anni), Edmondo Toschi (40 anni), Giordano Vallicelli (20 anni) e Pietro Zotti (22 anni), oltre che a Ricci, che fu impiccato insieme a lei dopo aver assistito alla fucilazione di tutti i compagni. 

Il corpo di Natalina fu lasciato appeso al Ponte deli Allocchi per giorni dai fascisti, affinché fosse di esempio. 

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