Addio a Rino Zurzolo, protagonista del Neapolitan Power di Pino Daniele
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Addio a Rino Zurzolo, protagonista del Neapolitan Power di Pino Daniele

Ha partecipato al movimento musicale, artistico e culturale che ancora oggi ispira le scelte di tanti giovani artisti.

Rino Zurzolo
Rino Zurzolo
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Piero Montanari Modifica articolo

30 Aprile 2017 - 11.09


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E’ morto in seguito ad un cancro che da due anni lo minava, il contrabbassista Gennaro “Rino” Zurzolo, uno tra i più importanti esponenti di quella fantastica nidiata dei primi anni ’70 che assunse il nome di Neapolitan Power e che raggruppò il meglio della musica nuova che Napoli stava mettendo in scena in quel momento.
Insieme a Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Rosario Jermano, James Senese e Napoli Centrale, gli Osanna, Corrado Rustici, Ernesto Vitolo, Toni Verde, Jenny Sorrenti (con i Saint Just) e suo fratello Alan, La Nuova Compagnia di Canto Popolare, Pino Daniele, diede vita ad un movimento musicale artistico e culturale i cui segnali ancora oggi sono in grado di influenzare le scelte di tanti giovani artisti.
Rino era un contrabbassista vero, aveva una formazione classica conseguita al conservatorio di San Pietro a Maiella, ma a tredici anni era già in pista a suonare e sperimentare con un gruppo prog rock di future “all stars”, perché i Batrocomiomachia (così si chiamavano) erano Enzo Avitabile, grande sassofonista e cantante, Rosario Jermano, percussionista eccellente, Paolo Raffone e un “certo” Pino Daniele che di lì a poco avrebbe conquistato i cuori e le scene artistiche con la sua musica che era una meravigliosa invenzione, una commistione tra cultura napoletana, blues e rock.
In questo fantastico circolo di musicisti eletti ci finii anch’io che, insieme a Zurzolo, mi trovai a suonare in Terra Mia, il primo meraviglioso e poetico Lp di Pino Daniele, nel quale mi volle – bontà sua – il produttore Claudio Poggi, proponendomi di suonare sulle due tracce più importanti del disco, Napule è e ‘Na tazzulella ‘e cafè, fatto per il quale Claudio avrà la mia gratitudine a vita.
Rino, lo conobbi in quella situazione e poi in altre, quando andavo a trovare Pino Daniele nei concerti dal vivo, e mi beavo dell’originalissimo suono che ne veniva fuori, la famosa miscela di funky, blues, rock e Canta Napoli, dove Rino con Tullio De Piscopo costituiva la colonna ritmica portante sulla quale Pino cantava e suonava.  
Rino è stato uno straordinario musicista, uno sperimentatore, un virtuoso dello strumento, ma anche, e per fortuna, un bravo insegnante e questo ci consola un po’, perché ci dà la speranza che la sua cultura e la sua scienza possano essere state infuse nei suoi allievi, mentre la sua morte lo consegna già alla Storia, come uno dei protagonisti di questi bellissimi e irripetibili anni di una altrettanto irripetibile e bellissima musica.

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