di Valentina Montisci
Social pieni zeppi di citazioni sulla memoria. Frasi, volti, moniti importanti. Ma siamo sicuri che la memoria si preservi retweettando un pensiero o dando mostra di citazionismo? In realtà occorrono azioni concrete, idee più che investimenti. Creatività per restituire al paese dignità e coscienza civile basata sulla conoscenza di quello che è stato, non sul buco nero della memoria, intorno al quale far prosperare pensieri senza radici, razzismo, ignoranza.
Nei giorni scorsi una traccia interessante è arrivata da Benedetta Tobagi, che sulla Repubblica ha raccontato il problema degli archivi storici e chi si sta battendo con idee e proposte perché venga risolto. “La crisi morde e le risorse, è noto, scarseggiano. – ha scritto – Che fare, dunque, per uscire da un perenne stato d’emergenza e scongiurare danni irrimediabili? Serve una politica culturale coraggiosa. Serve una strategia di tutela dei beni culturali — beni comuni, ricordiamolo — che, accanto al taglio dei costi, si preoccupi del costo dei tagli, ed elabori piani per garantire non solo la sopravvivenza, ma anche la valorizzazione degli archivi”.
Una proposta concreta è stata portata al ministro Bray dai rappresentanti della “Rete degli archivi per non dimenticare”, nata da un’idea e dalla tenacia di Sergio Flamigni e dell’Archivio che da lui prende il nome: una rete che comprende sessanta soggetti, tra archivi di Stato e centri di documentazioni privati. Ecco la prima interessante proposta: “Ad oggi, quasi 19 milioni di euro, pari ai 4/5 del budget risicato della Direzione archivi, servono a pagare gli affitti delle sedi storiche. Un costo che potrebbe essere abbattuto trasferendo gli archivi in sedi demaniali”. Ossia non utilizzare tutti i fondi per pagare gli affitti e sfruttare in modo razionale le risorse in disuso, prima che vengano date ai privati.
Ma ecco le proposte presentate al ministro e sintetizzate da Ilaria Moroni, direttrice dell’Archivio Flamigni:
• implementare il censimento, la descrizione e la digitalizzazione delle fonti sul terrorismo, la violenza politica e la criminalità organizzata
• provvedere alla loro conservazione fisica negli archivi privati e pubblici e alla loro fruizione anche sul portale
• implementare la creazione di percorsi didattici e moduli di formazione insegnanti
• conservare le buone pratiche finora elaborate e tenerne viva la memoria
• creare un catalogo digitale delle sentenze e dei documenti delle Commissioni parlamentari d’inchiesta
• programmare interventi organici di sulla documentazione giudiziaria e favorire il loro versamento agli archivi di Stato
• accelerare la concessione di spazi o il trasferimento in nuove sedi degli archivi di Stato, per liberare risorse per il personale e garantire spazi adeguati ai versamenti.