Dalla “bidda”, provincia chiusa, cattiva del Cattivo Cronista alla Roma notturna di Peppino. Ma chi è Peppino?
Puoi incontrarlo ogni notte sugli autobus di Roma, con un bustone in mano e la faccia da bambino. È sardo, ma vive a Roma, anzi a Pomezia. Ha trentotto anni, ma è sempre stato un po’ «lentarello». La sua voce ingenua, comica, sgangherata descrive il mondo scintillante e decadente delle sue notti, ma anche l’irresistibile compagnia di ultimi del mondo in mezzo a cui è cresciuto e vive: ciascuno aggrappato a un sogno o a un dolore, a un tentativo come un altro per non essere invisibile. Un eroe stralunato racconta tutta la crudeltà di esistere, con uno sguardo infantile e sghembo che diventa l’unica forma di resistenza al male.
A distanza di tre anni dall’autobiografico “Chiedo scusa” torna in libreria, con “Un posto anche per me”, ancora per Einaudi, Francesco Abate con questa storia che gl’ha regalato Valerio Mastrandrea: «doveva essere un suo film invece è diventata il mio libro. Per costruirla ho girato per circa due mesi, ogni notte, sugli autobus notturni di Roma accompagnato da un fotografo, Alessandro Toscano».
«Qualcuno lo preferirà al precedente e altri lo troveranno peggiore. E’ nel gioco – ammette Abate sul suo priofilo fb – Per me sono già stati bellissimi i due anni di lavorazione. La prima notte al bar di un albergo romano con Valerio. Quando sul computer ho appiccicato la foto di Nic Nocella per ispirarmi. I confronti con Paolo Logli. Le notti sugli autobus romani a pedinare Peppino. L’editing fatto nel deposito di medicinali del reparto durante uno dei tanti ricoveri perché solo lì c’era un filo di linea su Skype per lavorare con Rosella Postorino, anche se il giorno prima mi ero fatto un pianto inconsolabile “perché no, un altro ricovero proprio ora non ci voleva”. La notte che Valentina Vannicola tirò fuori da una scatola lo storyboard del corto, quella in cui Marisa Deledda mi raccontò la storia di Marisa e Alessandro Spedicati mi mostrò le foto del nonno. E poi la notte che il tram non si presentò e tutta la troupe rimase ad attenderlo dall’una alle 7 del mattino sotto la pioggia. E poi e poi e poi e poi…ci sono mille e poi che piano piano vi racconterò».
Come l’autore sardo ha confidato a Claudia Sarritzu di [url”Cagliari.Globalist “]http://cagliari.globalist.it/Detail_News_Display?ID=85186&typeb=0&Abate-ci-racconta-il-Peppino-che-e-dentro-ognuno-di-noi[/url]: «La musica è il livello parallelo di questo progetto assieme alle immagini. Con l’uscita del libro il 3 settembre sarà disponibile sul web una colonna sonora di 9 brani originali e una cover dei Subsonica che il musicista Stefano Guzzetti ha composto appositamente ispirandosi alla lettura del romanzo. Con lui, per due canzoni, la voce di Irene Nonis. Un altro livello di questo progetto è quello visivo. Alessandro Toscano assieme alla regista Valentina Vannicola ispirandosi alle notti passate insieme sui bus e alla vita di Peppino, ha realizzato un cortometraggio di 3 minuti interpretato dall’attore Nicola Nocella, Nastro d’argento per la magistrale interpretazione del protagonista de Il figlio più piccolo di Pupi Avati. Tutto ciò troverà sintesi anche dal vivo nelle presentazioni».
In attesa di leggere questo attesissimo romanzo Popoff ne propone, oltre al book trailer, anche il livello musicale.
Cagliaritano, classe 1964, lo stesso Abate viaggia su tre binari paralleli tra giornalismo, narrativa e musica. La notte in altri anni ha indossato i panni di Frisko scivolando dietro la consolle dei club dell’Isola dopo aver praticato gli studi di diverse emittenti radiofoniche. Dopo alcune prove d’esordio, a giugno 1999 con “Ultima di campionato” vince il miglior soggetto al Premio Solinas e qualche anno dopo ne farà un libro per Frassinelli; nel 2003 scrive “Il Cattivo cronista” (Il Maestrale) poi inventa Catfish, per Aliberti-Rcs, che vivrà in due racconti scritti con Massimo Carlotto. Nel 2007, ancora con Carlotto, pubblica “Mi fido di te” e l’anno appresso “Così si dice”, sempre per Einaudi.