Le Monde: Servillo è il nuovo Mastroianni
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Le Monde: Servillo è il nuovo Mastroianni

"La grande bellezza" di Paolo Sorrentino molto più apprezzato all'estero che in Italia.

Le Monde: Servillo è il nuovo Mastroianni
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22 Maggio 2013 - 11.49


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La critica straniera promuove “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, unico film italiano in concorso a Cannes. Dopo la visione in anteprima del film, il critico di Variety lo ha definito una «festa cinematografica densamente popolata, spesso sorprendente, che rende omaggio a Roma, in tutto il suo splendore e la sua superficialità».

Peter Bradshaw, inviato del Guardian sulla Croisette, ha lodato il «magnifico ritorno» del regista, «in tandem con Toni Servillo per un lussureggiante racconto dell’edonismo di mezz’età e dell’amore perduto», «un classico nell’alto stile italiano de “La Dolce Vita” di Fellini e de “La Notte” di Antonioni».

Sorrentino, che nel 2008 vinse il Premio della Giuria con il Divo, può essere quindi annoverato tra i candidati alla Palma d’oro. Oggi a Cannes il regista incontra la stampa e poi sfila insieme a protagonisti ed attori (oltre a Servillo, Carlo Verdone e Sabrina Ferilli) sul “red carpet” prima della proiezione di gala nella Sala Lumiere.

«Jep, cugino romano del grande Gatsby»: questo il titolo di un articolo con cui il quotidiano francese Le Monde consacra “La Grande Bellezza”. «Senza essere un capolavoro – prosegue Le Monde – La Grande Bellezza si iscrive nella tradizione dei film romani melanconici: la Dolce Vita, Roma o la Terrazza»

«Con le dovute proporzioni – scrive ancora il giornale – l’attore (Toni, ndr.) Servillo si rivela essere ciò che Mastroianni fu per Fellini. Il paragone non finisce qui: Servillo e Mastroianni sono entrambi dei lucidi osservatori del mondo che li circonda. E se le feste degli anni 2000 non hanno nulla a che fare con quelle degli anni ’60 – nel frattempo e’ passato Berlusconi – il vortice della mondanità è sempre altrettanto vacuo». Le Monde sottolinea infine che Sorrentino ha delle «belle trovate filmiche», come «una giraffa perduta tra le rovine romane», ma «non eguaglia i suoi maestri».

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Escono le prime critiche a La grande bellezza di Paolo Sorrentino oggi in concorso al festival di Cannes. Se ne parla bene ma non c’è unanimità nel giudicarlo. «Si pensava che all’estero questa storia non potesse essere capita, invece oggi si leggono buone critiche più straniere che italiane» si chiede al regista durante la conferenza stampa ufficiale.

«Errori di valutazione – risponde Sorrentino – non sapete leggere bene le cose. Anche con il Divo la preoccupazione di molti italiani era forse non verrà capito dagli stranieri, poi è andato bene. Non voglio indagare le ragioni per cui accade questo. Certo – aggiunge – si viene a Cannes perché si ha a che fare con una platea internazionale, in questo senso si centra l’obiettivo». E alla domanda sulla grandezza del cinema italiano di oggi, Sorrentino rincara la dose. «Non so che rispondere dovrebbe esserlo molto di più, ha grandi autori ma troppo spesso trovo stravagante che lo si critichi aprioristicamente invece e’ ricco di registi e attori bravissimi», risponde.

Si può fare una dolce vita cafonal con citazioni di Celine, canti gregoriani, sindromi di Stendhal e con al centro una Roma indolente, barocca, papalina, bella quanto distaccata? Paolo Sorrentino c’è riuscito con “La grande bellezza” che si annuncia per forza espressiva un possibile candidato ai premi maggiori di questa 66/ma edizione del festival. Una Roma indolente, stra-cafona, con donne di plastica e uomini da poco e’ quella che Sorrentino ci fa vedere in una serie di quadri esteticamente perfetti.

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E questo con la guida di una sorta di Virgilio colto, cinico e ironico, ovvero il giornalista e scrittore sessantacinquenne, Jep Gambardella (Toni Servillo). Un uomo approdato a Roma a ventisei anni (proprio come Federico Fellini) che si porta addosso tutta la fame e la curiosita” della provincia e anche quell’accento napoletano che lo fa tanto blasè.
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Jep è insomma uno nato ricco. Uno che viene dal Vomero, da Posillipo, un signore che, come dicono gli inglesi, non ha dovuto comprare i mobili per arredare la sua casa. Gambardella è uno che di cose ne sa.Èun dandy sempre inappuntabile, che conosce le persone giuste che vivono la notte proprio come fa lui.

Queste stesse persone le ospita spesso sulla sua terrazza che da’ sul Colosseo. Tutti sono passati su quella terrazza dove si balla, si beve e si sniffa quella coca di cui il Tevere e’ pieno: la radical chic moralista, supponente e ricca; una sorta di guru del botulino che siringa e sentenzia i suoi pazienti; l’artista che fa performance autodistruttive e che parla di vibrazioni (ma Jep non ci casca); la spogliarellista agè (una coraggiosa Sabrina Ferilli che si presta ad un ruolo innocente e naif) che guarda con disincanto il mondo di Jep; l’uomo di spettacolo fallito, ambizioso e fragile, interpretato da uno straordinario Verdone, buffo con degli ingombranti occhiali e i suoi soliti impacci e, infine, c’e la missionaria in odor di santità che ha sposato la povertà e mangia radici.

Ma i veri protagonisti di “La grande bellezza” – in sala da domani per Medusa – sono la folla di parvenu, politici, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti. Sono loro a ballare al ritmo techno nelle feste dove Jep è un vero leader.

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«Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire” dice a se stesso Jep nel film. E ancora su questo mondo:”e’ tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio, il sentimento, l’emozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile».

Ideato e scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello, il film è dedicato al giornalista napoletano Giuseppe D’Avanzo scomparso due anni fa. Accanto a Toni Servillo e agli attori gia’ citati troviamo: Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola, Roberto Herlitzka, Massimo De Francovich, Giusi Merli, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Isabella Ferrari, Franco Graziosi, Sonia Gessner, Luca Marinelli, Dario Cantarelli, Ivan Franek, Anita Kravos, Luciano Virgilio, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi e Lillo Petrolo.

Frase cult de “La grande bellezza”, che esce in Italia il 21 distribuito da Medusa è quella che dice Jep: «quando ero giovane chiedevano a noi ragazzi quale era la cosa più bella del mondo. Tutti i miei amici dicevano ‘la fessa’, mentre io dicevo ‘l’odore delle case dei vecchi’. Ero destinato, per questa mia sensibilità, a diventare scrittore».

Infine questa la frase da ‘Viaggio al termine della notte’ di Louis Ferdinand Celine che si legge in apertura del film. «Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi…».

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