Immancabile e annunciato scandalo al Festival di Venezia per il film in concorso “Paradise Faith”, secondo capitolo della trilogia sulle virtù teologali di Ulrich Seidl. La scena cult è quella del sesso con un crocifisso che pratica l’ultracattolica protagonista Anna Maria. Prima lo stacca lentamente, e con grande rispetto dalla parete, poi lo bacia leccandolo in ogni sua parte e, infine, si masturba con lo stesso sotto le coperte. Ma questa non è l’unica scena forte del film applaudito dalla stampa.
La fede oltranzista della donna fa sì che si autoflagelli, si infligga la pena del cilicio, cammini per casa in ginocchio pregando, scandisca slogan contro il sesso vero nemico del Signore, frequenti una comunità che, tra i suoi slogan, ha quello di «Siamo le truppe d’assalto della Chiesa». Come mostra anche la locandina del film, la protagonista è munita di una statuetta di Maria alta circa un metro entra nelle case degli sconosciuti al motto: «La Madonna è venuta ad aiutarvi». E non sempre viene accolta bene.
Ha spiegato il regista: «Il punto di partenza per la sceneggiatura è stata la storia vera che ho mostrato nel mio documentario, Jesus, Du weisst, e che poi ho sviluppato in Paradies: Glaube, con personaggi e situazioni di fantasia. Il film racconta la storia di una donna che, delusa dall’amore terreno e dal suo matrimonio (con un musulmano), si rivolge a Gesù – che non solo adora e ama spiritualmente, ma desidera anche sessualmente come amante».